L’ex Ct dell’Italia di nuoto ora pulisce le piscine all’alba: “L’importante è avere un lavoro”
Reinventarsi, rimettersi in gioco, trovare nuove strade. Possiamo dirlo in tanti modi, ma la sostanza è che Massimo Giuliani a 62 anni ha dovuto darsi da fare per ripartire con un nuovo lavoro dopo ben 27 anni di carriera da CT dell'Italia di nuoto in acque libere ed anche un'esperienza da sindaco di Piombino. Il suo post su Facebook – arrivato la mattina del 3 dicembre, un po' a sorpresa – ha dato conto dell'attuale situazione di uno dei tecnici federali più qualificati nell'intero sport italiano.
"La vita… Ore 5.30 pulizie in piscina. Bene, dico io, bene. Dopo 112 medaglie tra Mondiali ed Europei, e due medaglie olimpiche vinte dalla Nazionale Italiana sotto la mia direzione della durata di 27 anni, e gli Amici giornalisti dei più prestigiosi giornali nazionali sportivi e non mi dicono essere il più lungo incarico ricoperto da un Commissario Tecnico nella storia di tutto lo sport italiano in ogni disciplina (a proposito… CONI, dove sei?). Dopo essere entrato nella Hall of Fame Mondiale degli sport acquatici, come secondo allenatore della storia del nuoto Italiano, dopo il grande Alberto Castagnetti, e primo per le acque libere. Sì, sono qui in piscina a pulire", scrive Giuliani nel suo messaggio.
L'ex CT di nuoto articola meglio il concetto, è davvero un lavoro a tutti gli effetti: "La cosa sarebbe cambiata se avessi vinto 10 o 20 medaglie in più? La cosa cambierebbe se ricevessi un altro riconoscimento mondiale? No, credo di no. Ma l'importante è avere la forza di ripartire, avere un lavoro, qualunque esso sia e svolgerlo al meglio. Ma soprattutto conservare i valori, continuare a studiare, continuare a esplorare ed affrontare le difficoltà che inevitabilmente la vita ci presenta. La mia famiglia mi ha insegnato questo. E quindi, nell'attesa che questa vita mi faccia incontrare ulteriori occasioni che mettano alla prova le mie capacità e valorizzino le mie competenze sia in ambito sportivo che organizzativo, si va avanti. Ma se questo non succederà, in questi anni, mi riprometto di diventare altrettanto bravo nel pulire le piscine di come lo sono stato come CT. Buona giornata a tutti gli Amici".
Un messaggio crudo, che Giuliani – il cui contratto con la Federnuoto è scaduto nel dicembre dell'anno scorso – precisa poi meglio alla Gazzetta dello Sport: "Non è perché sono alla fame, anche se la situazione non è facile, ma perché i miei valori mi hanno insegnato questo. E non sono neppure in polemica con la Federazione, che per me è una famiglia. I post su Facebook si prestano a essere fraintesi. Non sono alla fame e non abito per strada, sto nella casa che mi hanno lasciato i miei genitori. Volevo soltanto porre all'attenzione generale il mio caso, che è anche quello di altre migliaia di italiani, vecchi e giovani, con competenze non valorizzate. È il nostro sistema Paese che non funziona, che non valorizza gli studi e le eccellenze che si ritrova in casa. Bisogna valutare le persone per le loro capacità. Discorso che vale per i neolaureati, ma anche per chi come me tanto giovane non è più".
Giuliani chiede un'altra opportunità che possa mettere a frutto le sue competenze: "Ho 62 anni, 27 li ho passati dentro la Federazione, che è stata la mia famiglia, anche perché ho perso presto i genitori, prima la mamma e poi il papà. Ho trovato tanti amici, è stata un costante punto di riferimento. Nella mia carriera di tecnico sono stato in 36 Paesi del mondo per almeno una settimana. Ho studiato, ho studiato tanto, e i risultati dei miei studi stavano in una libreria lunga 25 metri. Ecco, mi piacerebbe che queste competenze, che non sono solo tecniche, potessero essere ancora utili allo sport. Sono segretario della Commissione tecnica europea del nuoto in acque libere, un ruolo bellissimo, ma vorrei fare un lavoro, non il volontario. Ho lanciato delle proposte, ma nessuno mi ha cercato. Ho ricevuto le cartoline di Natale…".
Le due medaglie olimpiche di cui parla l'ex CT azzurro nel suo post sono il bronzo di Martina Grimaldi a Londra 2012 e l'argento di Rachele Bruni a Rio de Janeiro 2016. Ma il suo contributo al nuoto italiano va oltre, visto che parliamo – come lui stesso ha sottolineato – di uno studioso di tutti gli aspetti metodologici ed organizzativi della disciplina cui ha dedicato la vita per oltre un quarto di secolo: il nuoto in acque libere, ovvero in mare o meno frequentemente in specchi d'acqua chiusi. Possibile che un tale patrimonio di competenze venga dismesso dallo sport italiano dall'oggi al domani?
Giuliani intanto corregge un po' il tiro in un ultimo post su Facebook, sollecitato in tal senso dalle reazioni alle sue parole: "Accade, ed anche questa volta non è stata una eccezione, che Facebook non aiuti molto ad esternare ragionamenti complessi, anche per il fatto che forse ci ho aggiunto del mio scrivendo con meno lucidità del solito i miei pensieri, forse perché scaturiti da una giornata particolarmente difficile. Ma ci tengo in maniera succinta a chiarire alcuni aspetti. La Società con cui collaboro, non mi ha chiesto di fare le pulizie, che non faccio in effetti quotidianamente (ma quando c'è stato bisogno e nell'ultimo caso ho ritenuto importante farle per dare un esempio ai collaboratori). Ho da chiedere SCUSA al CONI, per averlo chiamato in causa in maniera oggettivamente impropria, e quindi al suo Presidente ed a tutta la struttura che egli presiede. Il CONI non c'entra niente con tutto questo.Per il resto saluto le migliaia di persone che mi hanno contattato e dimostrato la loro vicinanza ed il loro affetto, e questo è il segno tangibile che nella mia vita sono riuscito anche a seminare molto e non solo a raccogliere".