L’ex campionessa olimpica durissima su Valentina Petrillo: “È un uomo, poi squalifichiamo Armstrong”
Valentina Petrillo è stata eliminata lunedì sera nella semifinale dei 400 metri di atletica leggera – categoria T12, con disabilità visiva – alle Paralimpiadi di Parigi, ma i suoi Giochi non sono finiti, visto che venerdì prossimo la 51enne atleta napoletana sarà impegnata nei 200 metri. Nonostante non sia riuscita a centrare la finale nel giro di pista, pur abbassando – col tempo di 57"58 – il record italiano che già le apparteneva, la Petrillo resta ferocemente nel mirino di chi contesta la sua legittimità a gareggiare nelle competizioni femminili, visto che è una donna transgender, la prima nella storia delle Paralimpiadi. Gli attacchi che arrivano a Valentina sono durissimi, gli ultimi in particolare portati nei suoi confronti da due nomi importanti, l'ex medaglia d'argento olimpica di nuoto britannica Sharron Davies e l'autrice della saga di ‘Harry Potter' J.K. Rowling: entrambe tirano in ballo Lance Armstrong come pietra di paragone di ‘sportività' (per loro è molto meglio l'americano squalificato per doping).
L'attacco durissimo dell'ex campionessa olimpica Sharron Davies: "Petrillo è un uomo di 51 anni"
"Quindi squalifichiamo Lance Armstrong per aver assunto droghe, il che gli avrebbe dato un piccolo ma importante vantaggio sui suoi avversari maschi perché sta imbrogliando, ma lasciamo che Valentina Petrillo, un maschio di 51 anni, abbia un enorme vantaggio senza problemi contro le atlete! Perché questo è permesso?", scrive la 61enne Sharron Davies, che nel 1980 ha vinto l'argento alle Olimpiadi di Mosca nei 400 misti ed è stata poi insignita di uno dei massimi titoli onorifici del Regno Unito.
L'autrice di Harry Potter: "Allora restituiamo le medaglie a Lance Armstrong"
Stessi toni sprezzanti usati dalla scrittrice J.K. Rowling, che già si era distinta per un attacco simile alla pugile Imane Khelif alle Olimpiadi, ugualmente accusata di essere "un uomo", pur nel suo caso non essendo una persona trans ma una donna fin dalla nascita. Anche la 59enne autrice di ‘Harry Potter cita l'ex ciclista Lance Armstrong – cui furono tolti i sette Tour de France vinti di fila per uso di sostanze dopanti – come esempio ben più virtuoso di adesione ai valori dello sport rispetto alla partecipazione di Valentina Petrillo alle gare femminili.
"Perché tutta questa rabbia per la fonte di ispirazione Petrillo? – ironizza la Rowling – La comunità degli imbroglioni non ha mai avuto questo tipo di visibilità! Gli imbroglioni dichiarati e orgogliosi come la Petrillo dimostrano che l'era del cheat-shaming è finita. Che modello! Dico di restituire le medaglie a Lance Armstrong e andare avanti".
I due post in questione, che hanno avuto una diffusione pazzesca, sono solo la punta di iceberg di un movimento di opinione britannico che si è espresso con altrettanta durezza sui media. Basti pensare all'editoriale di qualche giorno fa dell'ultraconservatore Telegraph, che ricorda come fino a poco tempo fa la Petrillo gareggiasse nelle competizioni maschili: "Questa è un’atleta che non è mai stata una bambina. L’italiano è un padre di due figli che gareggiava ancora a 45 anni come uomo, che ha vinto titoli nazionali di atletica leggera maschile. Eppure lunedì mattina allo Stade de France la Petrillo, per gentile concessione della codardia istituzionale a tutti i livelli, gareggerà tra i non vedenti dei 400 metri come donna".
Valentina dal canto suo va avanti forte della piena legittimità a partecipare alle Paralimpiadi, riconosciutale dal regolamento della World Para Athletics, che sul tema transgender è più inclusiva rispetto alla posizione di chiusura della Federazione Internazionale di Atletica Leggera, la World Athletics di Sebastian Coe, che ha vietato alle atlete transgender di competere nelle gare femminili nel marzo del 2023 per garantire equità e "proteggere la categoria femminile".
"Corro da donna – aveva detto ieri mattina la Petrillo dopo essersi qualificata per le semifinali dei 400 metri, da cui poi sarebbe stata eliminata – Lotto contro pregiudizi e discriminazioni. Gareggio contro tutto questo che purtroppo accompagna la vita delle persona come me. Non è giusto che subiamo queste cose per il solo fatto che esistiamo. Nel mondo si muore per essere persone trans. C'è tanta paura e io incarno anche queste due diversità e spero che attraverso il mio messaggio si possa normalizzare quelli che sono considerati dei fenomeni. Non bisogna aver paura, è la cosa che mi dà più fastidio. Le persone non devono aver paura di me, non faccio del male a nessuno".