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Legge anti-gay, anche Hitler la sospese ai Giochi del 1936. Ma la Russia di Putin non vuole saperne

Non si placano le polemiche per la legge contro le “relazioni non tradizionali”, che ha suscitato scalpore in tutto il mondo.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Perfino Adolf Hitler, considerato il principale autore della più brutale legge "discriminatoria" (è un eufemismo) contro i gay, fece un passo indietro in occasione dei giochi olimpici, sia quelli estivi di Berlino, sia in quelli invernali di Garmisch-Partenkirchen (entrambe si svolsero nel 1936, seppure in periodo diversi). Eppure, nella Russia di Putin questa prospettiva sembra ben lontana. Anche perché il prossimo anno si terranno i Giochi invernali di Sochi, e le prospettive viste già in questo Mondiale di Atletica che si sta disputando a Mosca, non sono delle migliori. Dopo che Nick Symmonds, vincitore dell'argento negli 800 metri, aveva dichiarato "Dedico la medaglia ai miei amici gay", era arrivata la "replica" della russa Elena Isinbayeva, che prima aveva difeso le leggi anti-gay ("Noi in Russia siamo normali"), per poi smentire dicendo di essere stata fraintesa. E la Russia, che ospiterà tantissime competizioni sportive nell'immediato futuro (Giochi Olimpici Invernali a Sochi nel 2014, Mondiali di Nuoto nel 2015, per citarne appena due dei più importanti), sta a guardare. In un paese dove, stando ad alcuni sondaggi, c'è una fortissima tensione verso gli omosessuali, ma che rappresenta una delle potenze mondiali, sembra di essere tornati in pieno medioevo.

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