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Leal perde la testa, colpisce Travica e viene stangato: Perugia-Modena ‘infinita’, succede di tutto

Semifinale Scudetto di volley incandescente, con Travica accusato di insulti razzisti dagli ospiti anche sui social. Un fotografo mostra la ferita provocata da un oggetto lanciato dagli spalti.
A cura di Marco Beltrami
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Leal prova a colpire Travica
Leal prova a colpire Travica

Provocazioni, presunti insulti razzisti, colpi proibiti, cori beceri e brutte scene. Il volley giocato è passato in secondo piano nella gara 1 della semifinale Scudetto tra Perugia e Modena. A trionfare sul parquet del PalaBarton è stata la formazione emiliana in 4 set, ma a far discutere è stato il parapiglia scoppiato nel finale che ha generato una coda polemica lunghissima. Protagonisti in primis Dragan Travica e Yoandy Leal, con quest'ultimo che ha perso letteralmente la testa incassando poi un provvedimento disciplinare pesantissimo. E le schermaglie tra i giocatori delle due squadre sono proseguite anche sui social dove non sono mancate parole grosse.

Tutto è iniziato dalla fine, ovvero al momento dei saluti tra i giocatori di Sir Safety Conad Perugia e Leo Shoes PerkinElmer Modena. Lo schiacciatore cubano naturalizzato brasiliano ospite Yoandy Leal si è infuriato, e ha cercato un confronto diretto con uno degli avversari ovvero il palleggiatore Dragan Travica. La situazione è diventata incandescente, perché Leal si è divincolato dalla presa di chi cercava di trattenerlo e ha sferrato un calcio in direzione di Travica, reo di averlo insultato. Capannello di uomini sul parquet, con rissa sfiorata e attimi di tensione. Solo dopo qualche minuto tutto è tornato alla normalità, almeno in campo.

Infatti le scintille sono proseguite poi sui social, con Travica accusato di aver proferito parole di stampo razzista nei confronti di Leal. A prendere le parti del brasiliano, ci ha pensato il compagno di squadra Earvin N'Gapeth. Quest'ultimo non è andato troppo per il sottile, puntando il dito contro Travica con ben tre foto su Instagram. Parole e accuse pesanti nei confronti dell'avversario, accusato di insulti razzisti: "Infame, razzista, anche ai massimi livelli rimarremo piccoli, Lega Volley prendi le decisioni giuste".

A proposito di decisioni però a pagare a caro prezzo il finale di Perugia-Modena  stato Leal con ben 4 giornate di squalifica. Nella nota ufficiale si legge infatti: "Squalifica per quattro giornate per aver, a fine gara, colpito un atleta avversario con un calcio e per averne successivamente spintonato un altro". Un verdetto che compromette dunque la presenza del sudamericano nel prosieguo della sfida, nonostante il ricorso della Leo Shoes PerkinElmer, che proverà a puntare sulle provocazioni ricevute e sul fatto che l'aggressione non è andata a buon fine, visto che l'avversario sarebbe stato solo sfiorato.

Per quanto riguarda invece i padroni di casa, nessun provvedimento per Travica e multa salata per "aver, i propri sostenitori, a fine gara, rivolto offese all’indirizzo di un atleta del sodalizio ospite, nonché per aver lanciato verso il tunnel di uscita dal campo alcuni oggetti non contundenti". Il giocatore di Perugia con un lungo post su Instagram ha rispedito le accuse al mittente: "Bisogna essere molto lucidi in questo momento e su un tema molto delicato come il razzismo. Tutta questa storia non corrisponde a verità! Tra me e Leal durante la partita ci sono state le solite scaramucce da campo. Ci siamo beccati, ci siamo dati del cog****e, non è uscito niente di più e di diverso né dalla mia bocca né dalla sua. A fine partita è venuto verso di me, pensavo volesse chiarire e invece c’è stato l’episodio del calcio che hanno visto tutti. In seguito è venuta fuori questa storia inventata dell’insulto razzista. Da quel momento mi stanno scrivendo ogni minuto che sono razzista, che devo andare in galera e che devo morire… una roba assurda!"

E poi continua: "Io non sono assolutamente razzista e non devo neanche giustificarmi di una cosa che non ho mai fatto. Non ho mai detto a Leal assolutamente niente che possa riferirsi al razzismo, non appartiene proprio al mio mondo e lo voglio sottolineare perché si sta insinuando da due giorni questa cosa per rigirare la frittata, per screditare il mio nome, per giustificare il calcio o non so perché altro. È una cosa bruttissima, non si può utilizzare al giorno d’oggi il termine razzismo, un tema così delicato, in maniera fasulla. Se non verrà chiarita come merita la vicenda, esposta in maniera falsa e vergognosa, agirò per vie legali. Il campo è una cosa, il razzismo e la violenza sono cose invece delicate e pericolose da cui sono lontano".

A fare le spese del lancio di oggetti sul parquet anche un fotografo presente a bordo campo che ha postato su Facebook, la ferita provocata da un oggetto piovuto dagli spalti e poi sparito. Queste le sue parole: "Una gran partita con una parte finale molto tesa e, nel dopo partita, mentre la tensione era alle stelle un "tifoso " di Perugia ha pensato bene di tirare qualcosa in campo che mi ha colpito mentre stavo fotografando…. Fortunatamente mi ha colpito sopra l' arcata sopraccigliare e non nell'occhio e non ho potuto vedere cosa mi avesse colpito perché, sempre per correttezza…,una persona che credo fosse del servizio d' ordine, mentre mi ero accasciato, ha pensato bene di prendere l' oggetto che mi aveva colpito e di nasconderlo! Ho fatto notare la cosa all' arbitro che, forse perché concentrato sulle intemperanze tra Leal e Travica, ha preferito fare finta di niente…".

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