Le medaglie che stanno mancando ad un’ottima Italia: quelle dei migliori
Dopo le due prove del Trap femminile e maschile di queste Olimpiadi Tokyo 2020, è possibile fare anche una prima riflessione qualitativa per quel che riguarda il nostro medagliere. Il differenziale tra la posizione nel medagliere classico, che conteggia la quantità di ori per definire le posizioni in classifica e quello che invece si basa solo sulla quantità di medaglie vinte, ha un motivo molto preciso ed è la difficoltà che stanno trovando quelle che dovevano essere le nostre punte, ovvero quegli atleti che si immaginava potessero puntare più facilmente di altri all’oro. Dall’altro lato però stiamo vincendo molto di più con atleti non quotati in top list delle loro diverse discipline e lo stiamo facendo in sport diversi, ad oggi 8 sport differenti.
Alla sesta giornata di Rio de Janeiro avevamo vinto 12 medaglie, mentre oggi sono 19, però in Brasile avevamo già vinto un oro in più, medaglia che sappiamo quanto conta nella classifica del medagliere olimpico tradizionale. Ci stanno mancando le punte allora e andiamo a vedere quali sono stati i loro risultati e approfondire il perché non hanno portato quello che ci si aspettava. Nel judo è mancato Manuel Lombardo, solo quinto nella 66 kg. L’oro per Manuel non era certo, anzi con l’Hifumi Abe visto in queste Olimpiadi era quasi impossibile cercare di vincere. Però Manuel arrivava a Tokyo da numero 1 del ranking mondiale e campione europeo e vice campione del mondo. Una medaglia era alla sua portata.
L’altro numero 1 del ranking mondiale che schieravamo nella scherma era Alessio Foconi nel fioretto maschile. Dopo aver superato con una prova che aveva fatto ben sperare il tedesco André Sanità, è stato completamente spazzato via dalla pedana dal poi vincitore della medaglia d’oro, il rappresentante di Hong Kong, Cheung Ka-long. Perdere contro un campione in ascesa e nella sua giornata di grazia ci sta, ma farsi affossare con un 15-3 è tutta un’altra cosa. Anche in questo caso, una nostra punta di diamante è venuta meno.
Un armo del canottaggio che poteva puntare all’oro era il quattro di coppia di Giacomo Gentili, Luca Rambaldi, Andrea Panizza e Simone Venier, ma in questo caso più che gli avversari è stata la sfortuna più assurda a farci quasi fermare e perdere il ritmo. Un embardée ha quasi fatto capovolgere la barca che voleva vincere anche per ricordare un suo componente scomparso, Filippo Mondelli. Proprio per questo il quattro di coppia deve subito cancellare tutto e iniziare fin da domani a preparare Parigi 2024.
Non inseriamo Benedetta Pilato fra le nostre punte di primo piano, però qualcosa dal suo talento immenso poteva uscire fuori anche alla prima Olimpiade, mentre il quinto posto di Simona Quadarella fa molto male e non si può aggiungere nient’altro. Da una campionessa di tutto come lei, ci aspettavamo di più.
A seguire la nostra storica cassaforte di medaglie olimpiche, il tiro a volo. Schieravamo campionesse e campioni olimpici e mondiali come se piovesse, ma dopo le gare di skeet e trap siamo riusciti a ottenere solo un bellissimo argento da parte di Diana Bacosi, già oro a Rio de Janeiro 2016. Mancano all’appello atleti come Jessica Rossi, la nostra portabandiera, Mauro De Filippis, Tammaro Cassandro, Gabriele Rossetti, campione olimpico a Rio, Chiara Cainero e Silvana Stanco.
Mettere insieme tutto quello che tra Mondiali, Europei, prove di Coppa del mondo e Olimpiadi hanno vinto questi atleti farebbe luccicare gli occhi di ogni appassionato di sport, eppure la loro Tokyo 2020 è stata una débâcle. Altra punta andata male è Gabriele Detti, solo sesto nei 400 stile libero, così come quinto si è piazzato Filippo Ganna. Vero che il percorso non era perfettamente adatto a lui, ma arrivava alle Olimpiadi da campione del mondo in carica e da ciclista capace di vincere 5 crono di seguito al Giro d’Italia.
Da aggiungere per concludere, e questo è fondamentale e spiega perché in questa lista non è rientrato Paltrinieri, tutti gli atleti citati hanno altre opportunità per fare bene. Immaginare di capovolgere il destino che sembra già scritto con una seconda grande prova, imitando quello che ha fatto Paltrinieri negli 800 stile libero, sarebbe il massimo. Prima di giudizi definitivi quindi, bene aspettare le prove di appello, dove sappiamo che i grandi campioni sapranno rifarsi.