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Le mascotte dei Giochi Olimpici da Grenoble a Sochi (FOTO)

Dalle più bizzarre a quelle più azzecate, le mascotte delle Olimpiadi invernali sono motivo di discussione come la finale di una disciplina.
A cura di Vito Lamorte
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Piccole o grandi che siano, le mascotte che vengono inventate per le Olimpiadi cercano sempre di rispecchiare i valori del movimento olimpico che sono lealtà, rispetto e fratellanza.

La prima mascotte a comparire sulla scena delle Olimpiadi in realtà non aveva i crismi dell’ufficialità olimpica: si chiamava Schuss, raffigurava un omino sugli sci e comparve nel 1968, in occasione dei Giochi di Grenoble. Toccò quindi a Waldi, il bassotto Dachshund a strisce “olimpiche” scelto per Monaco 1972, l’onore di essere la prima mascotte ufficiale nella storia dei Giochi Olimpici.

In ben dodici edizioni su diciannove sono state  animali: due cani , un castoro, un procione, tre orsetti , un lupo, un aquilotto, una tigre  e ben quattro civette. Negli altri casi si sono alternati soggetti antropomorfi (il già citato Schuss a Grenoble ’68, i due fanciulli in costume tipico Haakon e Kristin a Lillehammer ‘94 e le recenti “bambole greche” Phevos e Athena ad Atene 2004) e di ispirazione varia, come Schneemann (il pupazzo di neve di Innsbruck ’76), Magique (il folletto di Albertville ’92) e Izzy (l’essere di fantasia di Atlanta ’96).

La prima volta che le mascotte si presentarono in coppia risale al 1988 con Hidy e Howdy, i due orsetti polari di Calgary: lo zoo di Calgary sponsorizzò la gara per trovare loro un nome (maschio e femmina), raccogliendo moltissime proposte. Quest’anno a Sochi, in Russia, la scelta ricade su ben tre identità che rappresenteranno la XXII° edizione dei Giochi Olimpici Invernali: si tratta dell'Orso bianco, la Lepre e il Leopardo delle nevi.

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