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L’allenamento estremo della nazionale di rugby del Galles: incappucciati e presi a secchiate d’acqua

Lo staff tecnico della selezione ha spiegato perché la tabella di lavoro è stata stravolta. L’obiettivo è avere una squadra forte e pronta per la prossima Coppa del Mondo.
A cura di Maurizio De Santis
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L'allenamento speciale della nazionale gallese di rugby.
L'allenamento speciale della nazionale gallese di rugby.

Incappucciati, costretti ad ascoltare il pianto a dirotto di un neonato e colpiti all'improvviso con secchiate d'acqua. Nella tabella dell'allenamento estremo a cui si sono sottoposti i giocatori di rugby della nazionale del Galles c'è anche questo aspetto che il coach Warren Gatland ha voluto inserire nel piano di preparazione in vista della Coppo del Mondo che si disputerà a settembre in Francia.

Temprare i nervi e renderli pronti a sostenere le sollecitazioni e lo stress emotivo di un match è lo scopo di un piano di lavoro tracciato come un percorso di guerra. Lì in mezzo vuole gente che vada a combattere e non molli mai, che sia in grado di adattarsi alle differenti situazioni di gioco e agli avversari, che sappia riorganizzarsi rapidamente e raggiungere l'obiettivo, che sappia reagire senza perdere la calma.

Lo staff della selezione ha trascinato i giocatori fuori dalla loro comfort zone.
Lo staff della selezione ha trascinato i giocatori fuori dalla loro comfort zone.

È come prendere un mucchio di marines, mettere loro le divise addosso e mandarli all'assalto in formazione, con l'ovale sotto il braccio. E per trasformare i suoi atleti in macchine da guerra il tecnico ha pensato bene di organizzare un fuori programma rispetto alla routine.

Siamo andati al Miglio Verde assieme ai ragazzi dell’esercito  – le parole di Gatland a The Guardian – e abbiamo trascorso una giornata eccezionale per nulla brutale. È stata più una sfida importante sotto il profilo psicologico. I giocatori hanno svolto anche esercizi per allenarsi alla resistenza e sviluppare potenza, ecco perché hanno trascinato tronchi lungo delle salite e poi sono stati impegnati anche nel nuoto.

È davvero efficace un trattamento del genere? Sì, secondo l'intuizione dello staff che ha chiarito come dietro quelle intenzioni ci fosse una ragione precisa: trascinare i giocatori fuori dalla comfort zone perché imparino ad affrontare ogni imprevedibilità del caso, proprio come in una partita. Più sei forte e pronto dal punto di vista psicologico, maggiori sono le possibilità di tenere testa e sorprendere l'avversario. Si spiegano (anche) così alcuni espedienti molto insoliti a mo' di martellamento.

L'obiettivo è arrivare forti e preparati per la Coppa del Mondo di settembre.
L'obiettivo è arrivare forti e preparati per la Coppa del Mondo di settembre.

Dopo aver effettuato alcuni esercizi i giocatori sono stati incappucciati. Tiravano loro l'acqua addosso quando non se l'aspettavano. Hanno ascoltato le urla dei bambini che piangono. Per mezza giornata è andata così poi ci siamo fermati.

Non è la prima volta che una nazionale di rugby tenta una strada del genere: lo fece anche l'Inghilterra, sottoposta a un addestramento di sopravvivenza particolare. Basterà per disputare una Coppa del Mondo d'assalto?

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