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Olimpiadi Tokyo 2020

L’allenamento ossessivo di Jacobs all’inseguimento di un’auto: l’idea è geniale

Marcell Jacobs ha vinto l’oro nei 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo. Il primo italiano della storia a riuscire nell’impresa ha lavorato duramente per raggiungere un risultato di questo livello, accantonando il salto il lungo per concentrarsi totalmente sulla velocità. Con il suo allenatore Paolo Camossi, ha sperimentato tecnologie innovative come l’optojump e ha cambiato il modo di allenarsi. Fondamentale è stato anche l’apporto della sua mental coach Nicoletta Romanazzi, che l’ha sbloccato dal punto di vista psicologico.
A cura di Valerio Albertini
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Dopo la medaglia d'oro conquistata nei 100 metri piani alle Olimpiadi di Tokyo, tutti i riflettori sono puntati su Marcell Jacobs. Ci si chiede quali come sia riuscito a registrare un 9″80 da capogiro, ancor più impressionante se si considera che prima del 13 maggio scorso, quando ha corso in 9″95 battendo il record italiano di Filippo Tortu, non era mai sceso sotto la barriera dei 10 secondi. Il gradino più alto del podio è frutto di una crescita costante, sia dal punto di vista fisico sia da quello mentale, che l'ha portato in poco tempo ad essere l'uomo più veloce al mondo.

Gli allenamenti con Paolo Camossi e l'optojump

Uno dei segreti più importanti di Jacobs non può che essere l'allenamento a cui si sottopone quotidianamente. Dal 2015 è seguito da Paolo Camossi, ex campione di salto triplo, che ha lavorato sia sul corpo sia sulla testa di Marcell. Da tre anni, insieme, hanno deciso di puntare tutto sulla grande velocità, accantonando il salto in lungo e arricchendo il suo allenamento con l'uso di strumenti innovative. In particolare, aveva destato scalpore già prima dell'inizio dei Giochi ed è tornato in auge adesso dopo la medaglia conquistata un video condiviso su Instagram dallo stesso Jacobs in cui si vede lo sprinter italiano correre allo Stadio dei Marmi di Roma. Marcell è preceduto da un'automobile che viaggia a circa 50 km/h, la quale traina una sorta di cabina aperta sul lato posteriore, utile all'atleta per allenarsi senza essere disturbato dalla resistenza dell'aria. All'interno della cabina è posto uno strumento fondamentale per la crescita di Jacobs, ovvero un optojump.

Si tratta di un sistema di rilevamento ottico, composto da una barra trasmittente e una ricevente. Questo permette la misurazione dei tempi di volo e di contatto e consente di ottenere con la massima precisione ed in tempo reale una serie di parametri legati alla prestazione dell’atleta. È una tecnologia all'avanguardia, sfruttata da Jacobs e dal suo allenatore per monitorare i progressi quotidiani.

Non solo, perché a partire dallo scorso anno ha cambiato anche il modo in cui si allena, come ha raccontato nell'agosto 2020 in un'intervista ad Atleticalive.it: "Rispetto al 2019 abbiamo abbassato l’angolo di lavori in palestra senza aumentare i carichi, per evitare di cadere sulla partenza e non riuscire più a ripartire. Ho buona forza, buona esplosività, buoni piedi, ma una tecnica di corsa meno fluida di altri atleti e stiamo cercando di lavorare sulla scioltezza. Lontano dalle gare ho tre doppie sedute a settimana: sei volte in campo di mattina e tre volte in palestra di pomeriggio".

Il lavoro con la mental coach Nicoletta Romanazzi

Lavoro fisico, dunque, ma anche psicologico. Da un anno, infatti, Marcel Jacobs è seguito dalla mental coach Nicoletta Romanazzi, la quale lo ha aiutato a sbloccarsi dal punto di vista mentale e, conseguentemente, a rendere al massimo delle proprie potenzialità. Questa, in un'intervista alla Gazzetta dello Sport, ha svelato in che modo ha lavorato con Jacobs e cosa lo abbia portato a raggiungere traguardi impensabili fino a poco tempo fa: "Fin da subito ho capito che per lui sarebbe stato importante risolvere il rapporto con il padre. Questo lo ha sbloccato, adesso entra in pista più consapevole di ciò che sa fare. Ha acquisito sicurezza in se stesso, prima arrivava alle gare con molta più ansia".

Un oro non arrivato per caso, quindi, ma frutto di un lavoro che parte da lontano e che ha aiutato Jacobs a migliorare sia nel fisico che nella mente. I risultati si sono visti ieri, quando nella finale dei 100 metri ha tagliato il traguardo prima di tutti, consacrandosi a sorpresa come l'uomo più veloce del mondo.

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