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La truffa della falsa fidanzata di Cazzaniga: “Tra poco operano Maya al cuore, tienimi il telefono”

Roberto Cazzaniga è caduto nella truffa sentimentale ordita da una finta fidanzata. Per lei ha speso una somma di circa 700 mila euro. Nel racconto di chi lo conosce da vicino ci sono una frase e degli atteggiamenti che spiegano il livello di coinvolgimento emotivo e la dimensione onirica nella quale per 15 anni ha vissuto una storia d’amore falsa.
A cura di Maurizio De Santis
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Roberto Cazzaniga, ex giocatore della nazionale italiana di pallavolo caduto in una truffa sentimentale
Roberto Cazzaniga, ex giocatore della nazionale italiana di pallavolo caduto in una truffa sentimentale

Vittima delle sue debolezze. Caduto in trappola per la solitudine. La vicenda di Roberto Cazzaniga toglie il fiato e lascia un senso di tristezza e sulle labbra quel "com'è possibile?" al quale è difficile rispondere. La verità è che non c'è una risposta razionale e forse astenersi da ogni giudizio superficiale, provare sincera compassione – che non significa avere pena ma partecipare alla sofferenza – è la sfumatura da cui partire per raccontare la storia dell'uomo e del giocatore. L'ex nazionale azzurro di pallavolo per anni ha creduto di essere fidanzato con una donna brasiliana che non ha mai visto, al massimo l'ha ascoltata al telefono. Le ha versato nel corso del tempo circa 700 mila euro.

In foto aveva le fattezze della modella sudamericana, Alessandra Corine Ambrosio. Si faceva chiamare Maya, gliel'aveva "presentata" un'amica comune (il contatto perché scattasse il piano), era solo una voce che si manifestava al cellulare "prima che andassi agli allenamenti e la sera, al momento di mettermi al letto". Gli dava la buonanotte con un bacio di Giuda. E quella voce lo aveva irretito: "mi sono innamorato lo stesso, come una pera cotta", ha raccontato Cazzaniga. Avviluppato nella rete di complicità che gli era stata tesa, illuso e spolpato, è stato mollato quando non serviva più e da lui null'altro c'era da prendere.

La donna misteriosa che accampava "mille scuse per non vedersi" è scomparsa nel nulla dal quale era apparsa all'improvviso, in quel buco nero di sentimenti in cui aveva risucchiato la persona che era riuscita a truffare. Ci sono una frase e degli atteggiamenti che spiegano quale fosse il livello di coinvolgimento emotivo e, al tempo stesso, la dimensione onirica alla quale s'era lasciato andare Cazzaniga. "Un giorno Roberto mi lasciò il suo cellulare e mi chiese di tenerlo d’occhio – spiega al Corriere della sera Alberto Gavazzi, da una vita nella pallavolo prima come giocatore e poi direttore sportivo a Crema -. Mi disse: tra poco operano Maya al cuore, potrebbero telefonarmi dall’ospedale. Credeva davvero a tutto…".

La modella Alessandra Ambrosio per la quale s'era spacciata la finta fidanzata di Roberto Cazzaniga
La modella Alessandra Ambrosio per la quale s'era spacciata la finta fidanzata di Roberto Cazzaniga

Che incubo, davvero. E che cinismo disumano serve per approfittare in questo modo di una persona buona, sola dentro. "È come se mi fossi risvegliato da un coma durato tre lustri", dice l'ex nazionale di volley che per anni ha creduto di essere fidanzato con una persona inesistente. Possibile che nessuno, nemmeno tra gli amici oppure tra i compagni di squadra si fosse accorto di niente? Possibile che nessuno abbia cercato di aiutarlo a riflettere per scuoterlo dall'incantesimo?

Aveva chiuso il mondo reale fuori, consegnandosi anima e cuore a un'illusione. E chiunque si avvicinava era respinto dalla rigidità delle reazioni. Sbuffi, spalle voltate, freddezza nei modi, parole (pochissime) d'insofferenza e silenzi (molti), un castello di bugie per giustificare quell'assenza/presenza. "Quando si provava a chiedere qualcosa in più sul suo rapporto, magari anche facendo qualche battuta pesante da spogliatoio, lui si irrigidiva. Lasciammo perdere, pur essendo chiaro che tante cose non quadravano".

Tutto finto come quella volta che, per ringraziare il dirigente solidale con lui in un periodo difficile per un infortunio, gli regalò un paio di bottiglie di champagne costoso. "Sono da parte mia e di Maya", le parole di Cazzaniga. Alla richiesta di bere un bicchiere insieme la reazione fu disarmante: "No, ma lei ti ringrazia del pensiero". Hanno fatto del male a un ragazzo buono, anche troppo. Hanno fatto del male a una persona fragile e ci vorrebbe un girone dell'inferno nel quale confinare chi è capace di fare cose del genere.

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