La storia di Irma Testa, dalle strade di Torre Annunziata alle Olimpiadi di Tokyo
Da dove viene Irma Testa, nata a Torre Annunziata, ci sono sempre due strade da prendere, il resto dei sentieri che normalmente gli altri ragazzi possono scegliere è quasi sempre bloccato all’ingresso. O si sceglie la strada forse più comoda ma anche più rischiosa della vita randagia appresso al sogno dei soldi facili e senza sforzo, che molte volte sfocia rapidamente nella criminalità organizzata, oppure quella pulita, dritta ma molto più faticosa dell’impegno quotidiano, indefesso e pieno di sacrifici per qualcosa, che sia un’attività commerciale, lo studio, la voglia di diventare un elemento utile alla società o allo sport, come è successo a Irma all’età di 10 anni.
L'infanzia di Irma Testa e l'incontro con il pugilato
È a quell’età che Irma entra in palestra e diventa un pugile, qualcosa di impensabile fino a pochi anni prima. In quel periodo Irma segue l'uomo che le cambierà la vita, il maestro Lucio Zurlo, del quale in un'intervista a Vanity Fair, dice:
"L’ho conosciuto che avevo 12 anni. Era più di un allenatore, una di quelle persone che cammina per strada e prende i ragazzi più “scostumati”, che non vanno a scuola, che fanno le marachelle e li portava in palestra. Fa ancora così. Oppure sono le mamme disperate di questi figli che non hanno una motivazione nella vita e allora lo chiamano e lui li porta a tirare sul ring. Loro lo seguono per divertimento, qualcuno ci resta e diventa un campione, qualcuno ci resta e non diventa un campione, ma comunque ha una motivazione perché si allena per obiettivi. Lo scopo è quello di toglierli dalla strada e da tutti i problemi che la strada comporta".
A 14 anni va già via di casa, ad Assisi, per prepararsi al meglio e quando va in Polonia nel 2012 a quell'età riesce già a vincere il bronzo ai Campionati europei.
Si rende subito conto non solo di voler fare con tutta se stessa quello sport, ma soprattutto che quello sport, fatto con il suo impegno e il suo sacrificio, poteva dare anche incredibili soddisfazioni.
Da quel momento è un crescendo. Nel settembre 2013 vince il primo mondiale nella categoria juniores nei 52 kg in Bulgaria. Nel 2014 poi vince l'argento mondiale giovanile, questa volta nella categoria 57 kg, poi la medaglia d'oro europea nella 54 kg r infine l’argento alle Olimpiadi giovanili di Nanjing. Il suo nome è sulla bocca di tutti gli addetti ai lavori perché poche altre volte si era vista un pugile così agile ma allo stesso tempo alto, possente e tecnico come Irma.
La medaglia d'oro a Taiwan e la qualificazione alle Olimpiadi di Rio
Nel maggio 2015 a soli 17 anni conquista la medaglia d'oro ai mondiali femminili juniores di Taiwan, ma soprattutto vince il premio come miglior pugile del mondiale, il che va a sottolineare come la sua boxe sia di un livello evidentemente eccelso. Di fronte a un pugile del genere, niente le è negato, e Irma si prende anche le Olimpiadi di Rio de Janiero del 2016, divenendo la prima pugile italiana a disputare un'Olimpiade.
A Rio Irma prima batte l'australiana Shelley Watts e poi incontra già ai quarti di finale l'ostacolo più duro, la campionessa del mondo in carica della categoria, Estelle Mossely. Non può niente contro la grande campionessa francese, ma questa esperienza Irma la mette nel baule dei ricordi, guardando immediatamente al futuro.
Grazie alle sue imprese e a suo coraggio nel 2018 è anche protagonista di un bellissimo documentario sulla sua storia e sulla sua vita, Butterfly, diretto da Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman. È un film che dimostra come, oltre alle difficoltà oggettive nel diventare una grande campionessa vivendo in contesti complessi, sia labile il confine tra la felicità della vittoria e la disperazione per la sconfitta.
Irma Testa verso le Olimpiadi di Tokyo
Dopo Rio però Irma Testa ricomincia la sua marcia e nell'agosto del 2019 mette il primo mattone della sua nuova casa, vincendo gli Europei nella categoria 57 kg. Per arrivare a Tokyo ha dovuto sudare e ancora una volta sacrificarsi, perché, come il film dimostra perfettamente, niente le è concesso per grazia divina. Proprio durante lo scoppio della prima ondata pandemica il torneo di qualificazione di boxe è sospeso e rimandato all’anno successivo. Questo quindi diventa il torneo unico in cui andare avanti per poter arrivare a Tokyo. E Irma ci riesce, battendo prima la russa Liudmila Vorontsova, numero 1 del tabellone, imponendole una vera e propria lezione di pugilato, e poi ai quarti di finale la croata Cacic, riuscendo ad ottenere in questo modo il pass per l’Olimpiade giapponese. Ma questa volta Irma non sarà sola a rappresentare l’Italia sul ring, insieme a lei ci sarà una meravigliosa squadra di pugilato azzurro che annovera anche Angela Carini, Giordana Sorrentino e Rebecca Nicoli, quattro grandi atlete (e nessun atleta uomo) capaci di arrivare fino in fondo e farci sognare grazie ai loro pugni. Irma Testa ha costruito la strada che adesso tante altre percorreranno.