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La storia di Chand, la velocista indiana troppo ‘uomo’ per correre tra le donne

La 18enne già primatista sui 100 metri è stata bandita da qualsiasi gara ufficiale femminile per una produzione naturale di testosterone troppo elevata. Si è rivolta al Tas per rivendicare il proprio diritto allo sport.
A cura di Alessio Pediglieri
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Iperandrogenismo. Questa la malattia di cui soffre Dutee Chand, 18enne primatista indiana in velocità sui cento metri. Il suo corpo produce naturalmente livelli di testosterone così alti da farla rientrare, secondo i parametri dell'atletica internazionale, nella categoria uomini. E per questo non può gareggiare con le donne in competizioni ufficiali. Lo potrà fare solamente se ridurrà i livelli di testosterone artificialmente (utilizzando dei farmaci appositi) o chirurgicamente (intervenendo sul proprio fisico). Un'ingiustizia che l'atleta indiana non ha nessuna intenzione di accettare, tanto da esporre il proprio caso a livello mondiale facendo ricorso alle decisioni della Federazione internazionale di atletica con il ricorso al Tribunale arbitrale dello sport in Svizzera.

Un caso unico che però dovrà fare giurisprudenza sportiva, comunque andrà a finire. E motivato dai più profondi bisogni umani d'eguaglianza e parità di trattamento: "È sbagliato dover modificare il proprio corpo per poter partecipare a uno sport" ha detto Chand dopo essersi vista ratificata l'esclusione da ogni gara ufficiale femminile. Chand avrebbe dovuto partecipare alle Olimpiadi di Londra del 2012, ma a luglio era stata ritirata dalla squadra. Venne sottoposta anche ad un test per l'iperandrogenismo e i medici avevano preso il suo sangue, esaminato il suo corpo e sottoposta a una risonanza magnetica.

Di casi simili a quello di Chand ne sono stati riscontrati anche in anni passati. Oltre che alle stesse olimpiadi londinesi con l'allontanamento di quattro atlete fermate per livelli troppo alti di testosterone, nel 2019 l'atleta sudafricana Caster Semenya fu bandita e in seguito riammessa dopo essere stata costretta a sottoporsi a umilianti test che stabilissero il suo genere femminile. Altri casi che han fatto scuola sono quelli relativi ai paratleti come Pistorius che nel 2012 vinse la sua battaglia personale gareggiando alle Olimpiadi tra i normodotati. Ma sono casi limite: Chand non ha nessuna intenzione di alterare il proprio fisico che Madre Natura le ha donato e che anche le leggi dello sport dovranno accettare. Davanti ad un tribunale.

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