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La storia del fantino diventato becchino: un grave infortunio gli ha cambiato la vita

La carriera di Paul Robson si è interrotta bruscamente per un grave incidente, riportò una slogatura della spalla molto dolorosa: “Il mio braccio penzolava come fosse al vento”. Oggi è riuscito a tornare alla passione di un tempo, l’ippica.
A cura di Maurizio De Santis
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Paul Robson durante una delle corse disputate prima del ritiro forzato nel 2005.
Paul Robson durante una delle corse disputate prima del ritiro forzato nel 2005.

Fantino di talento. Falegname. Poi becchino. Infine di nuovo nel mondo delle corse e dei cavalli, passione di una vita. Quella di Paul Robson è cambiata almeno un paio di volte: la prima perché la sorte gli ha giocato un brutto scherzo e lui ha rischiato conseguenze fisiche molto gravi costringendolo ad altri percorsi professionali; la seconda perché non ha saputo (né voluto) rinunciare a darsi di nuovo all'ippica.

La sua storia da film ha una brusca cesura nel 2005, è in quell'anno che la pellicola dello sportivo s'interrompe e in sala resterà buio per sempre. C'è una frase in particolare che descrive il dolore e l'angoscia di quel momento: "Il mio braccio penzolava come fosse al vento", racconta l'ex fantino che ha preso sì un'altra strada dal punto di vista professionale ma è riuscito a tornare in quell'ambiente che ha rappresentato una parte importante della sua carriera. Oggi è un cavallerizzo, un maestro, e allena altri ragazzi che – come lui un tempo – ambiscono a essere protagonisti negli ippodromi.

Oggi l'ex fantino è tornato alla passione di un tempo come maestro di equitazione e allenatore.
Oggi l'ex fantino è tornato alla passione di un tempo come maestro di equitazione e allenatore.

Robson aziona il rewind e torna a quel maledetto giorno in cui – come racconta al tabloid The Sun – venne sbalzato dalla sella e riportò un tremendo infortunio: Robson ha spiegato: "La mia ultima competizione ufficiale risale al 2005. Mi slogai la spalla a causa di una caduta. Ricordo che mi feci così male che ebbi la sensazione che il mio braccio andasse al vento".

Il suo tempo si fermò in quell'istante che rinchiuse ogni sogno a doppia mandata nel cassetto. Fino ad allora i suoi risultati erano stati abbastanza buoni sia quanto a titoli vinti sia quanto a premi in denaro incassati. Ma dopo 89 gare su oltre 600 corse lasciò la divisa nell'armadietto e si mise alla ricerca di un lavoro: ha fatto il falegname per un po' poi ha trovato stabilità come direttore delle pompe funebri dell'azienda di famiglia.

"Quando ho smesso di correre mi sentivo perso – ha aggiunto Robson -. Non sapevo cosa fare, ero disorientato perché niente di dava quella scarica di adrenalina come quando ero fantino. Poi ho iniziato a fare pratica nell'attività della mia famiglia e le cose sono cambiate". 

Quel sacro fuoco dentro di lui ha mai smesso di ardere veramente. Covava sotto la cenere. E quando s'è manifestata l'opportunità di tornare nel mondo dei cavalli e delle corse l'ex fantino non ha avuto remore riqualificandosi nella veste di maestro di equitazione e allenatore. Dal 2021 a oggi ha riscosso anche un discreto numero di soddisfazioni grazie ad alcune vittorie e un buon gruzzolo di soldi messi da parte. Avevano fatto il funerale alla sua carriera la è risorta sotto altre spoglie.

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