La Spagna esulta, deciso l’orario di Berrettini-Nadal: “È quello che voleva Rafa”
Una partita storica nel cuore della notte, quasi all'alba. Il fuso orario con Melbourne costringerà gli appassionati di tennis alla levataccia per vedere in televisione la semifinale degli Australian Open tra Matteo Berrettini e Rafa Nadal. Scenderanno in campo nella Rod Laver Arena alle ore 14.30, quando in Italia saranno le 4.30 del mattino e c'è ancora buio. Aroma di caffè e occhi sbarrati, puntati sul romano (numero sette nel Ranking Atp) che sfida il campione spagnolo (quinto nella classifica mondiale). Una guerra di nervi prima ancora di colpi.
Il tennista italiano sa a cosa va incontro, conosce bene quale siano rituale e atteggiamenti dell'iberico durante un match, quanto siano snervanti le pause e le perdite di tempo che hanno irretito Denis Shapovalov. Nel 2019 lo affrontò agli Us Open e ne uscì sconfitto ma il Berrettini di oggi non è lo stesso di allora. La maturità e la maggiore consapevolezza delle proprie qualità, la (migliore) gestione delle emozioni lo hanno aiutato a battere Monfils in un quarto di finale scandito dalle provocazioni del pubblico e da un tifo ostile, una match intenso e durato oltre 4 ore.
"Sembrava di essere in Francia", disse ironicamente a corredo di quel "non ti sento" urlato a squarciagola dopo aver spazzato via l'avversario e messo a tacere chi dalla tribuna provava a infastidirlo e lo ha insultato. Anche Nadal è reduce da un duello estenuante per le condizioni meteo sfiancanti: temperatura a 30 gradi, tasso di umidità aumentato hanno reso più sofferta la prestazione. Provato da un problema allo stomaco, distrutto fisicamente e disidratato al punto da aver perso quattro chili per lo sforzo sostenuto: così appariva dopo l'incontro con il canadese. "Non mi capitava da tempo di giocare in quelle situazioni ed era normale che facessi un po' di fatica".
Venerdì pomeriggio giocherà di nuovo in un orario abbastanza caldo (alle 14.30 circa) ma è la fase della giornata che più gradisce. "È quello che voleva" sostiene il Mundo Deportivo perché in quei momenti il rimbalzo della palla è più rapido e l'effetto impresso con i colpi può essere devastante per l'avversario. Meglio a quell'ora che di sera, quando invece tutto sembra più lento "e la percezione del margine di errore è più sfumata". Il motivo? I materiali e la tecnica utilizzati per l'assemblaggio delle palline che "ora sono più vuote e più pesanti e hanno un rimbalzo diverso. Questo favorisce i tennisti che giocano con un ritmo meno intenso e ovviamente ne perde lo spettacolo".
Se andrà in finale, invece, dovrà adattarsi proprio a quelle differenti condizioni che non ritiene favorevoli per il suo gioco: si giocherà alle 19.30 ora locale mentre in Spagna saranno le 9.30 del mattino. "Meglio di giorno che di notte", prima dovrà liberarsi di Berrettini.