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Il pugile che si crede la reincarnazione di Muhammad Ali: somiglianza impressionante

Michel Rivera è il boxeur dominicano che per i tratti somatici è accostato alla leggenda del pugilato, Muhammad Ali. Lui ci crede davvero e dopo l’ennesima vittoria si lascia trascinare dall’enfasi.
A cura di Maurizio De Santis
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Il pugile dominicano, Michel Rivera, si sente la reincarnazione della leggenda Muhammad Ali, The Greatest.
Il pugile dominicano, Michel Rivera, si sente la reincarnazione della leggenda Muhammad Ali, The Greatest.

"Io sono la reincarnazione di Muhammad Ali". Michel Rivera, 24 anni, peso leggero, ci crede davvero. Questione di tratti somatici tali che, a guardarlo bene, un po' ci trovi la somiglianza. Questione di training autogeno, quella buona percezione di sé che lo porta ad avere la fiducia stretta in un pugno, serrata nei guantoni, anche se tutto intorno al boxeur dominicano la perplessità si taglia a fette.

"Vola come una farfalla, pungi come un'ape", diceva The Greatest (il più grande), il peso massimo che ha scritto la storia della boxe e dello sport internazionale. Molto più di un campione di pugilato, ma icona di una generazione che rifiutò di combattere i vietcong ("non ho nulla contro di loro che non mi hanno mai chiamato negro") e cambiò il suo nome (Cassius Clay) perché quello era "da schiavo" mentre il nuovo era sinonimo di libertà.

Taglio di capelli, corporatura asciutta e atletica, conformazione del viso, pantaloncini bianchi con orli in nero e quelle tre lettere sull'addome che sono un omaggio e un amuleto, gli danno convinzione e forza: Ali, reca scritto Rivera sulla parte anteriore della propria tenuta da combattimento. E gioca (anche) così sull'accostamento alla leggenda. Che abbi lo stesso talento, la stessa classe e sia in grado di ripercorrerne la carriera (sia pure in categoria differente) è ancora tutto da vedere. Michel non molla.

Nell'ultima sfida sul ring ha battuto in otto round Jerry Perez al Barclays Center di Brooklyn. Lo ha sfinito un poco alla volta, fino a quando con un montante di destro non lo ha stordito. È stato chiaro fin da subito quale fosse la differenza di valori sul quadrato: nel terzo round una scarica di colpi alla testa e al corpo dell'avversario gli spianato la strada, il resto lo ha fatto il logorio del duello. La vittoria gli ha permesso di allungare la striscia di imbattibilità a 24 vittorie. Un incontro alla volta, piano piano il pugile continua la sua scalata verso il livello più alto della divisione da 135 libbre.

Fin dove può arrivare? Rivera ha gli occhi fissi verso l'orizzonte e alza la posta, ora ha messo nel mirino avversari più forti come Gervonta Davis o Devin Haney. "Sono migliore di entrambi e sarà chiaro quando combatteremo – le sue parole a boxingscene.com -. Ho chiesto questa lotta per molto tempo ormai. Voglio combattere i migliori della divisione".

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