La Russia non ci sta: “È una vergogna!”. Parte il reclamo ufficiale ad Olimpiadi finite
Le Olimpiadi di Tokyo sono finite, ma c'è chi non si rassegna ai risultati maturati in pista e nei palazzetti. È il caso della Russia, peraltro presente in Giappone sotto la sigla ROC che indica il proprio comitato olimpico, a causa della vicenda ‘doping di stato' per la quale è stata sanzionata con due anni di squalifica da tutte le competizioni. I russi hanno preso malissimo la conclusione del concorso individuale di ginnastica ritmica, che ha visto i giudici premiare in finale con la medaglia d'oro l'israeliana Linoy Ashram ai danni della pluri campionessa del mondo Dina Averina.
Le lacrime della 23enne ginnasta russa hanno avuto molto risalto in patria e sollevato un coro di proteste: si è superata la soglia della critica per il verdetto della giuria, arrivando a definirlo "di parte" e "una vergogna". Ma non ci si fermerà qui: Stanislav Pozdnyakov, leggenda della sciabola mondiale che oggi è il presidente del Comitato Olimpico russo, ha intenzione di presentare un reclamo ufficiale alla Federazione internazionale di ginnastica per l'arbitraggio della competizione.
"Abbiamo deciso che non chiuderemo gli occhi su questa situazione – ha detto Pozdnyakov in una nota – Stiamo già preparando un appello ufficiale alla federazione internazionale". Il podio finale del concorso individuale di ritmica è stato una brutta botta per la Russia: è la prima volta infatti che una delle sua atlete non vince l'oro dal 1996, un quarto di secolo fa.
"Non credo che sia stato giusto e la cosa è stata ovvia fin dal primo attrezzo quando ho ottenuto un punteggio inferiore – ha detto la Averina al termine della competizione – Non riesco a individuare alcun errore evidente che ho fatto. Sono stato abbastanza pulita rispetto a Linoy che ha perso l'attrezzo". Dal canto suo, la 22enne Ashram ha letteralmente fatto la storia per il suo Paese: è infatti la prima donna israeliana a vincere una medaglia d'oro olimpica. Con buona pace dei russi, il cui reclamo è ovviamente destinato a restare inascoltato.