La Russia difende il ginnasta con la Z sul petto: “Gli ucraini lo accusano di mangiare i bambini”
Com'era prevedibile, il biasimo internazionale per il gesto compiuto dal ginnasta Ivan Kuliak in occasione della seconda tappa di Coppa del Mondo di ginnastica artistica andata in scena in Qatar si è trasformato in strenua difesa ed elogio nazionalistico del ragazzo all'interno dei confini russi. Il 20enne atleta, durante la gara alle parallele in cui si è piazzato terzo e poi nella premiazione sul podio, ha indossato un body con una lettera Z in bella mostra sul petto.
È stata l'ostentazione del suo sostegno duro e puro all'aggressione dell'Ucraina da parte della Russia, un messaggio veicolato tramite una lettera che gli ucraini sotto incessante attacco hanno imparato a conoscere molto bene nelle ultime due settimane. Quella Z infatti è il simbolo che campeggia sui carri armati e sugli altri veicoli militari russi che hanno scatenato l'invasione.
Un simbolo di morte che all'indottrinato Kuliak, fresco di servizio militare svolto l'anno scorso e impregnato della propaganda dell'apparato di Putin, è sembrato il modo più diretto per manifestare il suo supporto al regime di Mosca. Un gesto reso ancora più sfrontato dal fatto che al suo fianco sul podio c'era un ginnasta ucraino, il vincitore della prova Illia Kovtun.
"È stata una iniziativa personale, comprensibile perché i nostri ragazzi sono patrioti", ha spiegato l'allenatrice della nazionale russa di ginnastica, Valentina Rodionenko, che ha poi sposato in toto la linea del suo presidente Putin circa le responsabilità degli ucraini a qualsiasi livello, dalla guerra allo sport, con parole di accusa agli atleti impegnati a Doha: "Avreste dovuto vederli, sono saliti nel podio con addosso le loro bandiere e hanno incitato il loro Paese… gridavano Gloria all'Ucraina. È contro le regole, però hanno agito lo stesso così. Hanno chiesto che fossimo esclusi dalla competizione. Noi non abbiamo fatto o detto niente di male a nessuno".
E lo stesso Kuliak – nel dire che lui il gesto lo rifarebbe e che dal suo punto di vista la Z era non solo "per la vittoria" ("za pobedu") ma anche per la pace – ha dato addosso ai ginnasti ucraini: "Sono stati loro a iniziare, ci hanno trattato male, con noi non si sono comportati bene. Se ho indossato la Z è stato anche per questa ragione". L'evento in Qatar era l'ultimo al quale potevano partecipare gli atleti russi e bielorussi, che a partire dal 7 marzo sono stati sospesi dalla Federazione Internazionale di Ginnastica, sulla scia della loro esclusione in tutti gli altri sport, come da invito del CIO.
Per Kuliak le cose potrebbero andare peggio, visto che la FIG ha aperto un'indagine sull'accaduto e potrebbe sanzionarlo molto severamente per quanto fatto a Doha. Il giovane atleta russo può ovviamente contare sull'appoggio totale da parte della Russia, anche a livello politico, come dimostrano le parole di Dmitry Svishchev, deputato e presidente del Comitato della Duma di Stato per la cultura fisica, lo sport e le politiche giovanili. Il politico ha affermato che Kuliak riceverà assistenza legale nel procedimento aperto dalla Federazione Internazionale, ma si è spinto oltre, accusando ancora una volta gli ucraini di una narrazione della vicenda volutamente esagerata.
"Lui è un nostro atleta, dobbiamo fornirgli supporto – ha detto Svishchev a Sport Express – La sua opinione personale si basa sulle sue convinzioni ed emozioni. La delegazione ucraina gioca un ruolo importante in questa vicenda, lo accusano quasi di mangiare i bambini. La Federazione Internazionale può imporre sanzioni al nostro atleta, stiamo vedendo come si sta comportando il mondo nei confronti degli atleti russi. Proteggeremo Kuliak. La Federazione Russa di Ginnastica farà di tutto per garantire che la punizione sia minima. Se ha bisogno di assistenza legale, la forniremo".