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La ragazza d’oro del fioretto, Francesca Palumbo a Fanpage: “Iniziai per caso, voglio le Olimpiadi”

Francesca Palumbo è la nuova stella della scherma italiana: a Fanpage.it l’atleta di Potenza ha parlato del suo viaggio nel mondo del fioretto, dagli inizi alle medaglie d’oro del 2022 agli Europei e ai Mondiali. Adesso il sogno è Parigi 2024.
A cura di Vito Lamorte
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“Ho iniziato grazie alla mamma di una delle mie migliori amiche e il destino ha voluto che la scherma diventasse il mio lavoro”. Così Francesca Palumbo, vincitrice della medaglia d'oro agli Europei e ai Mondiali nel fioretto a squadre, parla del suo primo approccio con la scherma. La giovane schermitrice lucana, che fa parte dell'Aeronautica Militare ed è allenata dal Maestro Fabio Galli, negli ultimi anni si è ritagliata il suo spazio come nuova stella del fioretto azzurro e ha guadagnato la ribalta passo dopo passo: dal bronzo individuale e l'oro a squadre conquistati ai Campionati del Mondo Under 20 di Porec 2013 fino alle ultime fantastiche vittorie del 2022.

Porta nel cuore i primi due campionati europei con le selezioni U20 (‘Sono quelli che ricordo con più piacere’) e ricorda con grande affetto gli inizi nella sua città natale, Potenza: “Sono certa che il lavoro fatto lì mi abbia aiutato tanto, perché era come una piccola famiglia”. Francesca Palumbo non perde di vista i suoi obiettivi ma sa bene quanto conti il lavoro e il percorso per arrivare ad essi, per questo non vuole perdersi nemmeno un istante di questo viaggio: “Spesso ci dimentichiamo che arrivare ad un risultato nello sport è frutto di una serie di componenti che non vengono sempre prese in considerazione”. 

Il 2022 è stato l’anno in cui si è rivelata al grande pubblico grazie alla medaglia d’oro agli Europei di Adalya e quella mondiale del Cairo, ma ora punta a migliorare il suo sesto posto nel ranking e sogna i Giochi Olimpici. A Fanpage.it Francesca Palumbo ha parlato del suo percorso dagli inizi in pedana ai trionfi di quest'anno che la proiettano nell'élite della scherma mondiale.

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Che 2022 è stato per Francesca Palumbo?
"Un anno sai come inizia ma non si sa mai come finisce. Noi atleti dobbiamo fare la pace con questa cosa perché i buoni propositi sono tanti ma, ovviamente, è bene mettere in conto una buona dose di sorpresa. Nel bene e nel male. Non ero certa dei risultati, perché non avevo la certezza di partecipare a Europei e Mondiali dopo la delusione delle Olimpiadi e il difficile anno precedente, ma le cose sono andate bene. All’inizio mi ero data solo l’obiettivo di qualificarmi per le due competizioni ma a questo bisogna aggiungere anche il cambio di CT, che ha stravolto tutto. Ci sono stati molti cambiamenti che hanno reso l’anno interessante, stimolante, e ricco di sorprese. Ho cercato di viverlo in maniera autonoma, senza rischiare di portarmi dietro le cose negative: mi sono goduta tutto il percorso e ho provato a non farmi condizionare dagli eventi che si susseguono in maniera inevitabile. È stato bello".

Quindi, alla fine, non conta solo il risultato ma è bello vivere anche ciò che viene prima.
"Con la nostra mentalità settata completamente sul risultato si evita spesso di discutere e analizzare tutto il resto. Quando fai l’atleta professionista il risultato è una componente fondamentale, perché tutti hanno un obiettivo, ma spesso ci dimentichiamo che arrivare ad un risultato nello sport è frutto di una serie di componenti che non vengono sempre prese in considerazione. Vivere per il solo risultato potrebbe portare ad uno smarrimento e ad un senso di frustrazione quando le cose non vanno come si vorrebbe. È una cosa che vale nello sport ma si potrebbe dire lo stesso anche in altri ambiti“.

Potenza non è esattamente una città con una tradizione di scherma: come nasce questa passione?
"Sicuramente Potenza non si può annoverare tra le città italiane con più tradizione ma posso dire che quando io ho iniziato, avevo 8 anni, c’era una palestra molto carina a Montereale: era tutto molto organizzato e soprattutto nelle categorie dei bambini facevamo tantissimi podi, sia nel fioretto che nella spada. C’era un bel gruppetto di ragazzi che dopo non hanno fatto il salto di qualità però in quella palestra si lavorava bene sotto molti punti di vista. Sono certa che il lavoro fatto lì mi ha aiutato tanto, perché era come una piccola famiglia, ma ad un certo punto sono stata costretta a cambiare e a lavorare con altri maestri. Quello, però, vale un po' per tutti i centri piccoli".

Al Sud c’è un’enorme carenza di strutture sportive e non sempre è facile portare avanti un percorso di formazione completo. Ci racconta il suo?
"Ho iniziato grazie alla mamma di una delle mie migliori amiche. Noi facevamo nuoto e lei ci invitò a provare: iniziammo insieme ad un folto gruppo di amici e il destino ha voluto che diventasse il mio lavoro. Nell’anno della maturità mi fermavo a Roma per lavorare con un maestro del club Scherma Roma, Fabrizio Villa, che ci seguiva in Nazionale U20, e ho continuato anche per l’ultimo anno di Liceo prima di trasferirmi qui per l’università e iscrivermi allo stesso club. Una volta arrivata nella Capitale iniziai il mio percorso con Fabio Galli e mi trasferii a Frascati: da allora non mi sono più mossa. Qui c'è un centro di eccellenza per il fioretto e ci sono sia atleti italiani che stranieri. A livello di preparazione e di allenamento è quasi introvabile una struttura del genere. Continuo a lavorare con Fabio (Galli, ndr) e credo che rimarrò qui fino alla fine della mia carriera".

Oro nel fioretto a squadre agli Europei e ai Mondiali: che momenti ti porti dietro da queste due esaltanti vittorie.
"Non sono state vittorie completamente inaspettate, perché sapevamo la forza della nostra squadra, ma non è facile quando si parte tra i favoriti. Sapevamo che dovevamo dare il meglio per portare a casa la vittoria e ci siamo riuscite. Le gare sono tutte diverse, soprattutto a livello emozionale, ed è difficile scegliere dei momenti precisi. Per quanto riguarda gli Europei mi piace mettere in risalto l’abbraccio tra noi atlete, perché ci siamo sentite ancora più unite dopo aver raggiunto la vittoria; mentre dei Mondiali c’è una foto bellissima con Fabio Galli. In quell’abbraccio c’erano tante cose, sia sportive che personali“.

Il tuo percorso nelle selezioni U20 è notevole sia a livello Italiano che internazionale: qual è la vittoria che ricordi con più gioia.
"La carriera giovanile è la base per arrivare al professionismo, quindi se nell’Under 20 non si riesce ad emergere è complicato entrare nei gruppi sportivi. È una parte importante ma non deve essere vista come il professionismo, perché i giovani devono vivere lo sport in maniera diversa e più leggera. L’U20 è stata fondamentale perché altrimenti non sarei entrata in Aeronautica e non sarei stata selezionata per la nazionale assoluta. Forse la vittoria più bella è quella degli Europei di Atene, sia individuali che a squadre, nel 2010: ero secondo anno cadetta e ricordo quella gara con grande piacere. Un’altra è quella al mio primo Europeo perché all’epoca Stefano Cerioni mi diede la possibilità di fare il torneo da piccolissima e riuscii a fare podio. Quindi direi che i miei primi due Europei sono quelli che ricordo con più piacere".

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Dopo i successi di squadra adesso vorrà puntare a quelli individuali. 
"Io per poco, sia Europei che Mondiali, non sono entrata nelle prime quattro perché ho affrontato sempre Arianna Errigo che è una mia compagna di squadra: sono stata un po’ sfortunata negli accoppiamenti perché c’erano delle possibilità di arrivare a medaglia. Sono tra le prime otto nel mondo nel ranking, visto che sono la numero 6, ma il prossimo step è quello di entrare nelle quattro. Il livello è sempre più alto ma ora sono ad un passo dalle medaglie che contano e ci proverò. Lavorerò per limare tutti i dettagli e migliorare sempre di più".

Segue altri sport. 
"Assolutamente sì. Sono appassionata di tennis e lo seguo sempre compatibilmente con gli impegni. Mi piace molto l’NBA e se riesco non mi perdo i playoff. Recentemente ho iniziato a seguire anche la Formula 1 e la MotoGP".

Quali sono gli obiettivi che si pone Francesca Palumbo per il futuro.
“L’augurio che mi faccio è di lavorare come ho fatto quest’anno e vorrei continuare ad esprimermi al massimo. Credo che sia il modo migliore per raggiungere degli obiettivi più immediati, che sono le qualificazioni per l'Europeo e il Mondiale del prossimo anno. Chiaramente nella mente e nel cuore c’è l’Olimpiade di Parigi ma non voglio viverla con l’ossessione, perché spesso questa può travolgerti. Voglio continuare a lavorare con dedizione e divertimento per avvicinarmi ai prossimi obiettivi".

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