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La Pinot salvata dal judo durante le violenze di Schmitt: “Un’altra al mio posto sarebbe morta”

La campionessa olimpionica Margaux Pinot ha raccontato in conferenza la violenza inaudita subita dal suo ex allenatore e compagno Alain Schmitt, che dal canto suo smentisce.
A cura di Marco Beltrami
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Margaux Pinot è abituata a lottare e sa cosa vuol dire soffrire. Quello che le è successo pochi giorni fa, non ha nulla a che fare con il Judo, disciplina che le ha regalato soddisfazioni e anche una medaglia olimpica nella gara a squadre a Tokyo la scorsa estate. È ancora sotto shock la 27enne che ha denunciato le violenze subite dall'ex compagno e allenatore Alain Schmitt, arrestato e poi rilasciato, per un caso che ha varcato i confini francesi, per fare il giro dei tabloid di tutta Europa. Nella giornata odierna sono andate in scena le conferenze stampa dei due protagonisti della vicenda: se Schmitt si è difeso rispedendo le accuse al mittente ("Si è buttata su di me"), il racconto della Pinot è stato da brividi.

La campionessa francese che ieri aveva mostrato sui social i segni dei colpi ricevuti, è tornata su quanto accaduto nella notte tra domenica e lunedì. Quella discussione con il neo allenatore della squadra di judo femminile israeliana è finita malissimo. Margaux che aveva deciso di troncare la relazione ("Volevo porre fine a questa relazione da diversi mesi, aspettavo che partisse per separarmi davvero da lui"), si è ritrovata a fare i conti con una violenza inaudita che l'ha spiazzata: "Non mi sono nemmeno difesa, ho provato a farlo ragionare. Mi ha sbattuto contro il muro, con la testa, e poi a terra. Mi ha preso per i capelli, mi è salito sopra e mi ha preso a pugni con entrambe le mani. Ho provato a fermarlo". 

La Pinot ha temuto per la sua vita quando Schmitt a suo dire ha tentato di strangolarla: "Voleva strangolarmi, mettendomi le mani intorno al collo. Ho provato a stringermi le gambe in modo che avesse meno presa. Gli ho detto ‘smettila, ne parliamo'. Sono riuscito a spingerlo di lato e sono andata nel corridoio. Mi ha raggiunto e mi sono detta ‘o riesci a liberarti o sei morta'". Probabilmente se non fosse stata un'atleta la Pinot sarebbe morta: "Pensavo che avrei rinunciato alla mia vita lì. I suoi colpi sono stati numerosi, non avevo mai affrontato una violenza del genere. Parlo per le donne che potrebbero essere morte per atti così violenti, che non hanno il fisico o la testa di reagire in una situazione del genere".

Come sta la judoka? La situazione è complicata, ma la Pinot pensa già a quando tornerà a combattere: "Ho lividi dappertutto, credo di avere una commozione cerebrale. Potrebbe essere necessario un mese di riposo per guarire da tutto questo, metterò tutto a posto per tornare al tatami in fretta". Quello che fa veramente male però sono le parole di Schmitt e del suo legale, che hanno smentito tutto e in particolare le violenze. Margaux Pinot è affranta: "Lui mente, mi fa passare per un'isterica. Sono rimasta stupita per il suo rilascio. Ora ho paura, ci sono stati due episodi violenti in 4 anni":

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