La nuova vita di Paola Egonu nei Galacticos della pallavolo: sarà tra le più pagate al mondo
Lontano dall'Italia. Lontano dalle pressioni di una terra nel quale s'è sentita straniera anche se italiana. A Paola Egonu l'hanno rinfacciato più volte: lo sei solo sulla carta ma il tuo ceppo è un altro. Il tuo colore della pelle dice altro. Le tue origini raccontano un'altra storia. Pazzesco, doloroso, sciocco e fuori dal mondo ma drammaticamente reale: dopo la sconfitta delle Azzurre contro il Brasile è stata investita da un'ondata di insulti, come se fosse solo lei la responsabile del sogno Mondiale sfumato e ridimensionato alla conquista del bronzo. La sua vicenda ci ha ricordato qual è la deriva che rischia di prendere il Paese.
"Io ci metto l'anima e il cuore, suonava l'inno e piangevo – è lo sfogo dei giorni scorsi -. Non manco mai di rispetto a nessuno e fa male davvero". È combattuta: la testa le dice una cosa, l'animo in subbuglio rende tutto più difficile. Egonu non ha ancora preso una decisione: se tornerà o meno in Nazionale lo dirà quando ne avrà voglia (se ne avrà ancora), quando si sentirà abbastanza convinta di indossare di nuovo quella maglia che l'è sembrata un cilicio quando le hanno chiesto "perché sono italiana?". Dinanzi all'ennesima insinuazione, dinanzi a quelle offese scaturite da profonda ignoranza, la sua reazione fu umana: "Basta, basta… non puoi capire! Sono stanca!".
Ma non è ancora finita. "Sono certo che sia legatissima alla maglia azzurra, ce l'ha cucita addosso – le parole del presidente Fipav, Giuseppe Manfredi -. Insieme alle sue compagne, grazie a i risultati ottenuti sta dando lustro non solo alla pallavolo, ma a tutto lo sport italiano. Coloro che l'hanno insultata sono stati imbecilli e ignoranti".
Il Presidente del Consiglio ancora in carica, Mario Draghi, l'ha chiamata e l'ha definita "orgoglio nazionale". In Turchia, tra le fila della corazzata VakifBank Istanbul, avrà tempo e modo per schiarire le idee. Sapeva già che sarebbe andata lì ma la sua partenza, nonostante fosse programmata, ha fatto più rumore considerato il contesto. È da lì che Egonu riparte dopo aver lasciato Conegliano. A 23 anni ha il futuro (non solo sportivo) spalancato davanti a sé, ed è pronto ad andargli incontro.
Il 29 ottobre sarà in campo per il derby molto sentito con il Fenernahçe, in palio c'è la Supercoppa nazionale: sarà una sorta di battesimo del fuoco ma avrà accanto a sé compagne di squadra forti abbastanza da agevolare il suo inserimento. Tra campioni ci s'intende… e la fuoriclasse brasiliana, Gabi, che ha martellato l'Italia adesso le strizzerà l'occhio e le batterà il cinque. Lo faranno anche Nika Daalderop, schiacciatrice olandese che in A1 ha giocato tra San Casciano e Novara, e l'americana Kara Bajema (protagonista un paio di anni fa a Casalmaggiore): si troveranno dallo stesso lato della rete e proveranno a fare ancora incetta di trofei a cominciare dalla Sultanlar Ligi.
L'opposto azzurro giocherà in una corazzata che negli ultimi cinque anni ha vinto tutto in patria come in Europa fino al trionfo iridato del Mondiale per Club. Sarà una stella tra le stelle e guadagnerà uno stipendio degno del livello altissimo della rosa e del palcoscenico sul quale andrà a esibirsi (un milione di euro, secondo le indiscrezioni riportate da oasport.it). Cansu Ozbay, Chiaka Ogbgu, Zehra Gunes, Aylin Sarioglu sono gli altri assi di un colore solo da tenere nella manica. E non è un bluff… ma la realtà di un sestetto che ha come coach l'italiano Giovanni Guidetti.
"Siamo abituati a gestire fenomeni mediatici – ha ammesso nell'intervista alla Gazzetta dello Sport -. So che Paola non sta passando un periodo facile, purtroppo lo sport è così. La posso capire benissimo, sta accadendo anche a me con la Turchia, dopo il Mondiale". Il muro è già alzato, a Istanbul sarà tutt'altra cosa: il tecnico ne è sicuro. "Credo che sia il posto giusto per lei, avrà la giusta libertà per gestire la sua vita. Paola è una delle più grandi giocatrici del mondo, con mezzi fisici importanti e qualità di primo livello".