La nazionale di rugby australiana costretta ad allenarsi con le cuffie: ascoltano fischi e insulti
Le giocatrici della nazionale di rugby a 7 femminile dell'Australia si sono trovate davanti a una scena particolare in uno degli ultimi allenamenti in vista delle Olimpiadi di Parigi. La nazionale, medaglia d'oro a Rio 2016, vuole tornare a trionfare anche in questa edizione e oltre al lavoro sul campo si sta preparando soprattutto dal punto di vista mentale. Un'organizzazione meticolosa, portata avanti dall'allenatore Tim Walsh che ha messo a disposizione tutte le sue idee.
L'ultima trovata è per poter eludere la pressione del tifo, dei fischi e degli insulti che potrebbero piovere in ogni stadio dove metteranno piede. Una tecnica che permette alle giocatrici di concentrarsi soltanto sulla partita senza essere distratte da fattori esterni.
La strategia dell'Australia femminile
Prima di cominciare l'allenamento alle australiane è stato chiesto di indossare un paio di auricolari sotto al casco e di premere play soltanto una volta cominciato. Per loro grande sorpresa le giocatrici della nazionale hanno ascoltato nelle loro orecchie rumori che non si sarebbero mai aspettate: fischi, applausi ma anche insulti e urla personalizzate registrate dallo staff, con un volume così alto che non consentiva alle ragazze di sentire i rumori esterni.
È questa la strategia adottata da Walsh affinché la sua squadra possa abituarsi a tutto e prepararsi dal punto di vista mentale ai Giochi Olimpici, come dichiarato all'APP: "Bisogna sempre studiare l'ambiente circostante e scoprire cosa cambierà. Siamo orgogliosi della nostra capacità di adattamento, ma è bello essere davvero preparati". Il perché del particolare allenamento è stato subito svelato: "Alle Olimpiadi allo Stade de France con 70.000 oppure 80.000 persone, probabilmente non sentirete nulla".
Le giocatrici dell'Australia quindi devono abituarsi al rumore esterno, non essere distratte e imparare a collaborare anche se non riescono a sentire le loro voci in campi: "Quindi si tratta di leggere i movimenti reciproci, i segnali delle mani durante le chiamate, di capire cosa faranno prima che lo facciano". La squadra è già volata a Montpellier per il ritiro pre-olimpico, in un clima di grandissimo ottimismo