La Namibia avvisa l’Italia, non sarà semplice rugby: “C’è chi ha rinunciato a tutto per essere qui”
Resilienza, sacrificio, speranza. La Namibia si appresta a sfidare l'Italia nell'esordio della World Cup 2023 di Rugby in programma sabato 9 settembre, andando oltre il semplice test sportivo. Sarà l'occasione per mostrarsi al mondo e provare a compiere ciò che fino ad oggi non è mai riuscito: conquistare la prima vittoria ad un Mondiale.
Una sfida impari, sulla carta, in quello che per tutti è il Girone di Ferro, il Gruppo A dove sono raggruppate nella prima fase ben due delle assolute favorite alla vittoria finale: Francia e All Blacks. Insieme ai due giganti della palla ovale mondiale, l'Uruguay, classico terzo incomodo di rito e poi l'Italia e la Namibia che proveranno a sgomitare per strappare qualche meta nella speranza che arrivi anche qualcosa di più. E se per il nostro XV ci sono i presupposti per evitare almeno magre figure da qui al prossimo ottobre, per la formazione africana è tutt'altro che scontato.
A evidenziare la "missione" nel Mondiale francese del XV namibiano è stato il capo allenatore durante la conferenza stampa alla vigilia dell'esordio. Allister Coetzee non ha usato mezzi termini nel presentare il match contro gli Azzurri: "Abbiamo lavorato duramente per essere qui, anche perché altre Nazioni più blasonate non ce l'hanno fatta. E' già un successo aver superato tutte le sfide di qualificazione e giocarci la Coppa del Mondo". Ma non può né deve finire qui.
Per la Namibia è la settima partecipazione assoluta, ma mai una volta è riuscita a realizzare una meta in più del suo avversario. Sempre usciti sconfitti, in tutti i precedenti 22 incontri mondiali. Troppo, come sostiene anche il capitano del XV africano, Johan Deysel: "Sarebbe incredibile per noi ottenere questa prima vittoria. Ho visto le statistiche: abbiamo giocato 22 partite senza mai vincere, ora è giunto il momento di ottenere quel successo. Tutti ci sostengono, tutti vogliono questa vittoria: sentiamo un po' di pressione per questo, ma sappiamo che dovremo dare il massimo per avere almeno una possibilità".
Possibilità che la Namibia fino ad oggi se l'è guadagnata a forza di sacrifici, enormi, inimmaginabili per le potenze del rugby. "Alcuni giocatori hanno rinunciato a tutto, hanno dovuto licenziarsi e cambiare lavoro. Non avevano la possibilità di ricevere un mese di ferie per poter venire qui e disputare la Coppa del Mondo. Altri che militano in patria a volte devono percorrere distanze incredibili e servono anche 5 ore di macchina per raggiungere un campo di allenamento. Quindi, ovunque si trovino i giocatori, è sempre un sacrificio. Tutto ciò" ha proseguito orgogliosamente Coetzee "racconta chi siamo, la resilienza delle persone e quanto amiamo il rugby. E' per questo che chiamano la Namibia la ‘Terra dei coraggiosi'. Il nostro obiettivo contro l'Italia è rendere orgogliosa l’intera nazione e mettere questo Paese sulla mappa del rugby. Questi ragazzi sentono il valore di questa chiamata, giocano per essere dei modelli per le generazioni future"