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La moglie di Kiptum svela l’ultima telefonata prima dell’incidente: “Era esausto, aveva mal di testa”

Kelvin Kiptum è morto a seguito di uno schianto stradale poco prima di rientrare dalla sua famiglia dopo una sessione prolungata di allenamenti. “Gli avevo detto di non esagerare” ricorda la moglie, che lo aveva sentito poco prima, “ma continuava a dire di no, che voleva abbattere il muro delle 2 ore”
A cura di Alessio Pediglieri
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La tragedia che ha coinvolto il mondo dello sport e dell'atletica in particolare, con l'improvvisa scomparsa di Kelvin Kiptum vittima di un incidente stradale, ha drammaticamente spezzato anche la vita familiare del campione del mondo di maratona. La moglie ha infatti raccontato alcuni ulteriori particolari di quanto era accaduto poco prima dell'impatto mortale e del futuro che lo stesso Kiptum stava pianificando.

Il campione keniota Kelvin Kiptum a soli 24 anni era già riuscito a fare la storia dell'atletica nella maratona quando in ottobre aveva segnato lo straordinario tempo di 2:00.35 vincendo a Chicago e togliendo il record mondiale al connazionale Eliud Kipchoge, battendolo di ben 34 secondi. È morto insieme al suo allenatore Gervais Hakizimana in un incidente stradale, avvenuto vicino a Kaptagat in una zona nel sud-ovest del Kenya, luogo ben noto a  molti atleti per essere una consueta base di allenamento.

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Uno shock improvviso che ha sconvolto prima di tutto la vita familiare di Kiptum, sposato con Asenath Cheruto Rotich e padre di due figli. La moglie ha rivelato gli eventi precedenti allo schianto fatale sottolineando come aveva sentito più volte il marito, impegnato nelle sessioni di training ma con sempre presente la propria famiglia, malgrado mancasse da casa dallo scorso 10 febbraio, quando era partito per il campo di addestramento della Fluorspar nella valle di Kerio, da cui sarebbe ritornato a inizio settimana.

"Si stava preparando duramente per provare a correre sotto le due ore" ha confidato la moglie al Kenyan Nation. "Stava lavorando molto e qualche volta gli dicevo che forse era anche troppo e che quando sarebbe arrivato il momento sarebbe stato troppo stanco, ma lui diceva sempre no. Ci siamo salutati prima e poi dopo: era esausto per l’allenamento". Il contatto telefonico è continuato tutta la giornata della domenica, fino alle 20 circa, ricorda la moglie che poi ha sottolineato come fosse saltata una gita programmata proprio per le sedute troppo intensive: "All'improvviso mi aveva detto che gli era venuto mal di testa dopo l'allenamento, così abbiamo posticipato l'uscita coi bambini che però ha sentito al telefono. Kelvin aveva promesso loro di portare dei regali, degli orologi da polso, quando sarebbe tornato, lunedì".

Successivamente, Rotich è andata a letto, solo per essere svegliata nuovamente intorno alle 23:00 dalla terribile notizia dell'auto di Kiptum che era stata ritrovata vicino a un albero, completamente devastata dall'impatto. "All'inizio, la nostra famiglia ha ricevuto false segnalazioni secondo cui la macchina di Kevin sembrava essere stata vittima di un furto". Una speranza che però è presto svanita, anche se sono stati richiesti ulteriori accertamenti: arrivati ​​sul luogo dell’incidente mortale, Rotich e la famiglia si sono subito resi conto che si trattava di molto peggio.

Rotich ha anche raccontato i brillanti progetti che Kelvin aveva in serbo per la sua famiglia: "Ci avrebbe portato alla maratona di Rotterdam ad aprile. Credeva davvero di poter competere e vincere in meno di 2 ore. Non solo, era un uomo dal gran cuore che non aveva amore solamente per me e i suoi figli: stava lavorando alla costruzione di una casa famiglia a Eldoret, dove vive la maggior parte degli atleti per aiutare chi aveva maggiormente bisogno". Un altro progetto che non vedrà più Kiptum in prima fila, così come l'obiettivo sportivo più importante che mai si potrà realizzare: le Olimpiadi di Parigi.

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