La lettera straziante di Sara Bonifacio a Julia Ituma: “Spero che ora sia libera di trovare la pace”
Sara Bonifacio è la compagna di squadra di Julia Ituma, la pallavolista dell'Igor Novara che giovedì scorso è morta precipitando dalla finestra dell'albergo dove alloggiava la squadra. In una lettera emotivamente molto forte ha raccolto tutte le proprie riflessioni interiori, trasformando quei silenzi troppo duri da raccontare in un lutto che ci vorrà del tempo per elaborare. Le circostanze del decesso, tutto quello che si sa (dall'ultimo video ai messaggi), sono stati uno shock fortissimo per tutti, dare un senso a certi episodi è impossibile, sforzarsi di farlo è doloroso e alimenta solo il senso di smarrimento, ti lasciano addosso una sensazione di vuoto dentro nel quale ti sembra di sprofondare.
Ciao titu – è l'incipit del post condiviso sui social da Bonifacio -. Mi ritrovo a riflettere per provare a trovare un perché a ciò che è accaduto ma purtroppo so che le mie domande non otterranno risposta. Il dolore che provo mi svuota ma allo stesso tempo mi pare poco se paragonato a ciò che ti affliggeva dentro. Sento mille voci intorno a me dire: Non è colpa di nessuno, ma non credo sia cosi… penso sia un po’ colpa di tutto e di tutti…
E qui la riflessione della giocatrice va più a fondo. Scende più giù sui gradini a picco che portano verso zone d'ombra dell'animo, quelle che da fuori non vedi e non dai a vedere perché mostrare le proprie debolezze viene interpretato spesso nella maniera sbagliata.
Viviamo in un mondo fatto di persone che si convincono a dover essere forti – si legge ancora -, un mondo dove le debolezze non sono accettate, MAI, ed essere fragili è quasi una vergogna. Un mondo che ti spinge a rialzarti ancor prima di cadere, in cui chiunque ti invita a chiedere aiuto, ma poi nessuno ha realmente orecchie per ascoltare… A chi lo stiamo dimostrando? Chi decide chi è forte e chi no? Perché è così importante? Non lo è. Non è importante.
Quello che è davvero importante è invisibile agli occhi ma quanti sono in grado di coglierlo? E quando hai trovato la risposta è troppo tardi. Riuscire a perdonarsi, oltre all'accettazione di una realtà scandita da eventi così traumatici, è la cosa più difficile. Quale silenzioso tormento è il rimorso della coscienza.
TU eri e sei importante, mi dispiace immensamente non avertelo ricordato. C’è bisogno di tempo per accettare ciò che è successo, quel tempo così prezioso di cui tu mi hai ricordato il valore. E voglio sedermi a riflettere su di te, su di me, su cosa valga realmente e vorrei che lo facessero tutti, un esame di coscienza reale per capire se come agiamo nei confronti degli altri ogni giorno sia degno della vita che ci è stata data. Spero solo che tu ora sia libera di trovare la pace – conclude Bonifacio – e spero che noi tutti impareremo a fare più attenzione alle persone che incontriamo sul nostro cammino. Mi mancherai Tituz e mi devi una serata.