La Juve fa il suo col Maccabi, Di Maria e Rabiot letali. Ma il pari in Benfica-PSG rovina tutto
Chi avrebbe mai pensato che la vittoria con il Maccabi Haifa sarebbe stata accolta dalla Juventus e dai suoi tifosi come manna dal cielo? Chi avrebbe mai creduto che a Torino, alla terza gara del girone di Champions, la paura del mancato successo avrebbe messo una croce sopra alle possibilità di qualificazione agli ottavi? Così è se vi pare: anche un successo che smuove un po' la classifica del gruppo è ossigeno puro in questo momento. Finisce 3-1 con doppietta di Rabiot e guizzo di Vlahovic. Ma non scaccia i cattivi pensieri per il pareggio del Benfica con il Paris Saint-Germain.
Il secondo posto, occupato dai lusitani sui quali Allegri ha più volte ribadito di fare la corsa, dista 4 punti. A quota 7 appaiati in testa ci sono i francesi e i portoghesi per un girone di ritorno che aumenta la pendenza per chi deve recuperare e tiene tutti in bilico quanto a rapporti di forza in vetta. Insomma, c'è davvero poco da essere contenti nonostante il primo acuto nel girone di Coppa, nonostante si stata la serata di grazia dell'argentino (uno dei più attesi).
Al resto, a tenere accesa la fiammella della speranza, ci pensa Angel Di Maria. Ci mette un pizzico di classe, un po' di malia e trasforma i fischi del pubblico (spazientito perché alla mezzora il risultato è ancora sullo 0-0) in scrosci di applausi, i mugugni in ohhhh di meraviglia per il campione sudamericano. È magia che spezza quel brutto incantesimo d'inizio stagione, col serbo che lo sente addosso quando manca due gol in dieci minuti in avvio.
È la sua serata, gli va tutto bene. Gli avversari lo stanno a guardare, lui ringrazia e prende in mano le redini del gioco. Si muove in una comfort zone: ha abbastanza agio intorno a sé per estrarre tocchi dal cilindro dell'illusionista. Oplà… e la palla scompare. Si diverte, ha dinanzi a sé spazi infiniti per disegnare calcio alla sua maniera. Consegna a Rabiot una palla da spedire solo in porta (e il francese lo farà). Regala a Vlahovic un'imbucata che è deliziosa e gli concede la gloria del raddoppio. Inventa ancora qualcosa, lascia il segno su un match che ha un epilogo amaro.