video suggerito
video suggerito

La foto della ex campionessa di rugby che allatta il figlio: “Non esistono sport per soli maschi”

Donna, madre, medico, professionista e giocatrice di rugby. Elisa Facchini, ex campionessa dei Red Panthers di Treviso e della Nazionale azzurra, oggi ha 44 anni ed è veterinaria. In un post condiviso sui social ha censurato le parole del presidente del Coni, Malagò che avrebbe voluto “un figlio maschio” e giocatore di rugby. “Ancora una volta mi rendo conto che sono stata fortunata, che il mondo femminile è lontano anni luce dall’ambire uguali diritti degli uomini”.
A cura di Maurizio De Santis
37 CONDIVISIONI
Immagine

Le parole del presidente del Coni, Giovanni Malagò, che avrebbe voluto "un figlio maschio" e sarebbe stato "felice se avesse giocato a rugby" hanno fatto da miccia alla polemica scoppiata poco dopo. Quella frase pronunciata in un consesso ufficiale – l'elezione di Marzio Innocenti a numero uno della FIR – è stata recepita da Maria Cristina Tonna responsabile del rugby femminile azzurro e rispedita al mittente come una caduta di stile e una gaffe clamorosa. "Oggi siamo in tante e tanti ad avere una visione che parla di equità, e a mia figlia adolescente, alle sue compagne di squadra, alle tante ragazze che giocano a rugby, dico che nessuno dovrà mai (e mai più) dire che il rugby è un gioco da maschi! Non esistono sport da maschi e sport da femmine, diciamolo forte, tutti i giorni".

Elisa Facchini, 44 anni, oggi veterinaria ma in passato campionessa della palla ovale, ha raccolto le affermazioni di Tonna e ha usato la carica molto forte di un'immagine per ribadire il concetto. Ha condiviso sul proprio profilo social una foto che risale al 2009 quando, dopo aver vinto la finale scudetto, la immortalarono sorridente mentre allattava il figlio nello spogliatoio. Lei, mediano di mischia delle Red Panthers di Treviso, ha conquistato ben 13 titoli italiani e vinto per 3 volte la Coppa Italia. Ha indossato anche la maglia della Nazionale al Sei Nazioni, figurando nella squadra che ottenne la prima vittoria contro la Scozia (nel 2008).

Donna, madre, medico, professionista e giocatrice di rugby. Un'equazione possibile per la passione, per la volontà e per la bravura che Facchini ha messo in campo gettando il cuore oltre ogni ostacolo, a cominciare dal pregiudizio. Ecco perché nell'incipit del testo c'è un riferimento piccato al presidente del Coni, Malagò.

Non so se lei è anche il mio Presidente, perché sa, io sono una rugbista – le parole di Elisa Facchini -. In questa foto di circa 10 anni fa, stavo allattando mio figlio di 5 mesi nello spogliatoio di un campo da rugby, dopo aver giocato (e vinto) una finale scudetto. Mio figlio veniva con me ad allenamento, in trasferta e perfino in raduno con la nazionale, mai nessuno ha storto la bocca, mai nessuno mi ha impedito di farlo e le dirò di più, c’era sempre una compagna, una dirigente, un’amica che si offriva per tenerlo e per darmi l’opportunità di divertirmi e di continuare a fare l’atleta.

Uno scatto che fa il paio con quello delle giocatrici di pallavolo che hanno mostrato solidarietà nei confronti di una collega (Lara Lugli) citata per danni dalla società di appartenenza (Pordenone) per essere rimasta incinta. "La maternità è un diritto" è il messaggio veicolato.

Mai un giorno ho fatto la professionista, anche se per molti anni mi sono allenata quanto un professionista. Prima lo studio fino alla laurea, poi il lavoro. Ma non è passato un giorno in cui non abbia sudato, in cui non abbia faticato per il piacere di indossare la mia maglia la domenica. Sono diventata moglie, poi mamma (2 volte), ho sempre lavorato, ma ho continuato a giocare perché chi era intorno a me mi ha aiutata e sostenuta comprendendo il grande valore che per me aveva il rugby. Ma oggi ancora una volta mi rendo conto che sono stata fortunata, che il mondo femminile è lontano anni luce dall’ambire uguali diritti degli uomini.

37 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views