La drammatica agonia del pugile sul ring: sferra pugni a vuoto, è in condizioni disperate
L'ultima scarica di pugni incassati è stata tremenda. Luis Quiñones non ce la fa più a tenere la guardia né a replicare, barcolla, ha le braccia penzoloni e la testa che oscilla, gli occhi sono semichiusi. Si avvicina a tentoni alle corde, per istinto le impugna e prova a restare in piedi, fende l'aria con i guantoni ma ormai è in confusione totale. Cade, s'inginocchia, cerca di rialzarsi poi cede e si accascia sul ring.
Le immagini dell'incontro disputato all'Elías Chegwin Coliseum di Barranquilla (in Colombia) sono drammatiche. L'ottavo round è un'agonia, fino a quando la conta non decreta la fine del combattimento: da un lato c'è l'avversario, José Muñoz, che alza le braccia al cielo e festeggia la vittoria (la nona della carriera) per knockout tecnico nei pesi welter leggeri; dall'altro il pugile che ha perso i sensi e adesso è ricoverato in gravi condizioni nella clinica General del Norte.
Shock e angoscia hanno preso il sopravvento quando, dopo la decisione dell'arbitro di chiudere il match per impossibilità del boxeur di rialzarsi e continuare, il corpo esanime del pugile è rimasto immobile sul quadrato. Non reagiva agli stimoli nemmeno del suo staff e, una volta ricevuto il soccorso medico, è stato subito chiaro che andava trasportato d'urgenza in ospedale.
La sequenza videoclip è agghiacciante: Quiñones viene sollevato dai barellieri, caricato sulla lettiga e condotto verso l'ambulanza: giace con gli arti poggiati sulle gambe, ha il capo reclinato da una lato. Gli spettatori che lo vedono passare davanti, ai bordi del ring, hanno un brivido lungo la schiena. Hanno stampato sul viso la domanda che si pongono: è ancora vivo?
Il pugile 25enne aveva un'imbattibilità di 10 vittorie consecutive, il crollo di quel filotto è stato fragoroso. Ma il ko è la notizia che passa in secondo piano rispetto al quadro clinico: Quiñones è stato operato d'urgenza, non c'era altra scelta a causa di un coagulo al cervello. Adesso è in coma indotto e si trova nell'Unità di Terapia Intensiva, la prognosi resta riservata e le sue condizioni disperate. Il gong non è suonato, resta sospeso tra la vita e la morte.
Cinque riprese feroci poi è iniziata la fase calante. Lo stesso Muñoz alla sesta ripresa ha rischiato di dare forfait per una ferita all'occhio. Il match è stato interrotto per tre volte così da ricevere le cure necessarie. Ha continuato riuscendo a sfruttare le debolezze dell'avversario apparso in confusione, incapace ormai di reggere il confronto.