La disperazione dello staffettista inglese positivo: “Sono devastato, non sono un imbroglione”
In Inghilterra sono quasi rassegnati: la positività a due agenti anabolizzanti di Chijindu Ujah, 27enne membro della staffetta 4X100 arrivata secondo dietro l'Italia alle Olimpiadi, non lascia molto margine di speranza in vista di possibili difese da parte del velocista, ovvero cercare di far passare la versione di un'assunzione inconsapevole dei prodotti incriminati. Il laboratorio di Tokyo deputato ai test ha rinvenuto ostarina ed S-23 nei campioni depositati da CJ Ujah ed a questo punto potrebbe essere solo questione di tempo per veder revocata alla Gran Bretagna la medaglia d'argento vinta ai Giochi olimpici.
"È assolutamente tragico per gli altri membri della staffetta, mi sento disperatamente dispiaciuto per loro – ha detto Hugh Robertson, presidente della British Olympic Association – Sono enormemente deluso, ma Ujah rimane innocente fino a prova contraria e rispetteremo assolutamente il processo. Dobbiamo essere onesti e se qualcosa è andato storto dobbiamo fare tutto il possibile per rimediare".
CJ Ujah quel 6 agosto aveva corso in prima frazione, passando poi il testimone a Zharnel Hughes, Richard Kilty e Nethaneel Mitchell-Blake, che avevano perso il titolo olimpico per appena un centesimo di secondo, distrutti sul rettilineo finale dalla meravigliosa rimonta di Filippo Tortu. Le regole stabiliscono che nel caso in cui un atleta positivo all'antidoping abbia gareggiato come membro di una squadra di staffetta, tutti i membri della squadra vengono automaticamente squalificati e quindi perdono le loro medaglie.
Intanto, dopo qualche giorno di silenzio sono arrivate le prime parole di Ujah, in una dichiarazione dettata alle agenzie: "Mi ci sono voluti alcuni giorni per elaborare le informazioni che ho ricevuto giovedì poco prima che fossero rese pubbliche. Sono completamente scioccato e devastato da questa notizia. Per essere assolutamente chiari, non sono un imbroglione e non ho mai e non avrei mai preso consapevolmente una sostanza vietata. Amo il mio sport e conosco le mie responsabilità sia come atleta che come compagno di squadra".