La difesa della campionessa di triathlon positiva al doping: “Scambio di fluido corporeo col partner”
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La 31enne Imogen Simmonds è una triatleta di altissimo livello: nel 2019 ha vinto i campionati europei sulla massacrante distanza Ironman (3,86 km di nuoto, 180,260 km in bicicletta e 42,195 km di corsa). La Simmonds, che ha doppia cittadinanza britannica e svizzera, ha ricevuto recentemente una mazzata sulla sua carriera: è stata sospesa provvisoriamente dopo che un test antidoping ha evidenziato la presenza di Ligandrol nel suo organismo. Si tratta di una sostanza che stimola la crescita muscolare e che è inserita nell'elenco delle sostanze vietate dalla WADA, avendo effetti simili a quelli di uno steroide anabolizzante.
Imogen Simmonds positiva al Ligandrol, nega tutto: colpa dei rapporti sessuali col compagno
La triatleta, testata positiva lo scorso 8 dicembre, non ci sta e nega fermamente qualsiasi assunzione illecita e volontaria del Ligandrol. La sua tesi difensiva, esposta in un lungo messaggio su Instagram, è che il farmaco sia stato trasferito nel suo corpo tramite rapporti sessuali con il suo compagno storico, che – a sua insaputa – assumeva il suddetto prodotto. Il quantitativo riscontrato nei campioni della Simmonds era peraltro – spiega a sua discolpa l'atleta che dal 2015 gareggia per la Svizzera – "equivalente a un pizzico di sale in una piscina olimpica e non mi avrebbe mai procurato alcun beneficio in termini di miglioramento delle prestazioni".
Il post della ragazza nata a Hong Kong inizia proprio con la notizia della positività tre mesi fa: "L'8 dicembre 2024 sono stata sottoposta a un test antidoping casuale fuori competizione durante la preparazione al campionato mondiale Ironman 70.3 a Taupo, in Nuova Zelanda. Sono rimasta sbalordita e devastata quando il test è risultato positivo a un metabolita di Ligandrol a livelli di picogrammi (quantità che equivale a un pizzico di sale in una piscina olimpica e non mi avrebbe mai fornito alcun beneficio per migliorare le prestazioni). Non avevo idea di cosa fosse la sostanza o di come potesse essere entrata nel mio sistema".
"Abbiamo fatto entrambi l'analisi del capello, il mio campione è risultato negativo"
"Dopo aver ricevuto la notizia, ho assunto immediatamente un avvocato esperto – continua il post – Attraverso indagini e ricerche, si è scoperto che, a mia insaputa, il mio compagno di lunga data stava ingerendo Ligandrol per aiutare a migliorare il proprio fisico proprio intorno al momento del test positivo. Su indicazione del mio team legale, io e il mio partner ci siamo immediatamente sottoposti a un'analisi del capello che ha confermato che non ho mai assunto Ligandrol (il mio campione di capelli è risultato negativo), mentre il mio partner lo aveva fatto nel periodo in questione (il suo campione di capelli è risultato positivo)".
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"Di conseguenza, considerando la cronologia degli eventi: nello specifico, che ho fatto un test di controllo antidoping negativo sei giorni prima e 22 giorni dopo, e che io e il mio partner abbiamo avuto relazioni intime sia il giorno stesso che il giorno prima del mio test antidoping dell'8 dicembre 2024, io e il mio team legale abbiamo concluso che questa sostanza è entrata nel mio sistema tramite il trasferimento di fluido corporeo. Abbiamo assunto il miglior esperto al mondo per assisterci e forniremo le nostre prove entro le scadenze stabilite e secondo le procedure. Sono stato sottoposta regolarmente ai test sia dentro che fuori competizione negli ultimi anni e ho sempre dato risultati negativi, motivo per cui questo caso è stato un incubo per me e qualcosa che non avrei mai immaginato di dover affrontare in vita mia. Prendo sul serio i miei obblighi antidoping e credo davvero nello sport pulito, quindi che il mio nome sia associato ad una sostanza vietata è straziante. Anche se non sono il primo atleta cui succede questo, probabilmente non sarò l'ultimo, quindi spero che la mia storia possa aiutare a sensibilizzare su questa forma di contaminazione", conclude la Simmonds.