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La corsa più spaventosa del mondo, atleti privati dei sensi: “Allucinazioni e cecità temporanea”

L’ultramaratona Ultra Tunnel Challenge è una delle competizioni più spaventose al mondo. Gli atleti costretti a superare difficoltà immani.
A cura di Marco Beltrami
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Foto chia charge www.cockbainevents.com
Foto chia charge www.cockbainevents.com

Spingersi al limite, mettendo a dura prova fisico e spirito. Ci sono competizioni studiate proprio per quegli atleti che vogliono confrontarsi con esperienze sportive molto pesanti. Rientra sicuramente in questa categoria una particolare ultramaratona, che non a caso viene definita come la più spaventosa del mondo. Se infatti questa particolare tipologia di corsa a piedi che deve avere almeno una distanza superiore ai 42,195 chilometri è già di per sé ostica in condizioni "normali", figuriamoci se si disputa in uno scenario assolutamente insolito e selettivo.

Stiamo parlando dell'Ultra Tunnel Challenge che si tiene ogni anno in Inghilterra ed è conosciuta come una delle ultramaratone più dure e particolari del mondo. Questa corsa è stata ideata da Mark Cockbain e si tiene in una galleria, ovvero il Combe Down Tunnel a sud di Bristol . Si tratta di un tunnel pedonale che inizialmente faceva parte del percorso ferroviario che collegava Combe Down a Bournemouth. Quando Cockbain lo ha attraversato per la prima volta, ha avuto un'illuminazione: quei 1.672 metri potevano essere il teatro della prova che stava sognando.

È nata così una gara ai limiti delle possibilità umane, in cui gli atleti devono fare i conti con situazioni di grande difficoltà. A Infobae l'ideatore della Ultra Tunnel Challenge, che dopo aver partecipato a più di 100 ultramaratone è stato costretto al ritiro per un infortunio ha raccontato: "Volevo creare la forma più pura di ultrarunning senza distrazioni. Deprivazione sensoriale. Ho deciso che l'oscurità e la monotonia sarebbero state la risposta. Ho cercato dei tunnel adatti e ne ho trovato uno".

La distanza delle prove tradizionali, si sente ancora di più perché gli atleti devono gareggiare in condizioni estreme. Le regole prevedono infatti che i partecipanti percorrano 200 miglia (322 chilometri) all'interno del tunnel. Come? Attraversando per 200 volte il Combe Down Tunnel (100 in una direzione e 100 nell'altra), in un limite di tempo di 55 ore. A 27 ore e 30 minuti vengono eliminati tutti quelli che non hanno raggiunto almeno la metà del numero di chilometri prestabilito.

Ogni ultramaratoneta non può usare bastoni e cuffie, e può fare affidamento solo su eventuali torce elettriche in modo da evitare incidenti. Cockbain ha spiegato: "La privazione sensoriale (e la sicurezza) è l'obiettivo. Tutto è diretto verso l'interno, verso il corridore. Dovranno superare la monotonia e una lotta interna che non può essere alleviata con distrazioni/scenari. Devono essere mentalmente forti". Proprio per questo si può iscrivere solo chi dimostra di aver partecipato a ultramaratone superiori o pari ai 160 km.

Per capire quanto sia dura questa prova, basti pensare che la prima volta solo due atleti ce l'hanno fatta e nell'ultima edizione, solo 14 su 41. L'ideatore ha aggiunto: "Questo non mi sorprende. Era quello che mi aspettavo. 48-50 ore sono un buon tempo per 200 miglia su una pista. Quindi ho aggiunto l'oscurità ed è diventato più difficile".

Chi ha affrontato questa prova ha dovuto fare i conti con problemi molto gravi, come la cecità temporanea e conseguente disorientamento dovuto al livello di oscurità che si raggiunge nel tunnel tra le 23 e le 5: "Durante la notte è completamente buio e sembra di essere soli. Molti corridori sperimentano allucinazioni selvagge durante la seconda notte insonne. Alcuni non riescono a ricordare da che parte stanno andando nell'oscurità totale". Insomma molto più di una prova sportiva, quasi una sfida di sopravvivenza. Appuntamento al 31 marzo, quota di partecipazione 250 sterline. Per iscriversi basta andare sul sito ufficiale.

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