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Khabib Nurmagomedov nei guai: 3 milioni di debiti, beni confiscati e accuse di terrorismo in Russia

Continuano i problemi per Khabib Nurmagomdeov: il Governo russo gli ha confiscato conti bancari e tutti i beni dichiarandolo in bancarotta per un debito complessivo di oltre 3 milioni. Ma sull’ex stella UFC pendono anche altre terribili accuse: di favoreggiamento al terrorismo.
A cura di Alessio Pediglieri
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Khabib Nurmagomedov, ex leggendario campione di UFC,  è tornato a monopolizzare l'attenzione generale dei riflettori delle arti marziali miste a causa di una scia di polemiche attorno ai suoi problemi finanziari e ad amicizie "pericolose" per le quali è stato accusato anche di contatti terroristici. La leggenda delle MMA e dell'UFC avrebbe infatti contratto un enorme debito nei confronti del Governo russo che gli avrebbe confiscato tutti i beni dichiarandolo in bancarotta a fronte di un passivo da 3 milioni di euro. 

Il leggendario Khabib Nurmagomedov, ritiratosi dalle attività nel 2020 da imbattuto e con il record di 29 vittorie e 0 sconfitte, è sempre più nell'occhio del ciclone: pochi giorni fa le forze speciali russe hanno fatto visita alla sua scuola di MMA per indagare su presunti collegamenti con gli attacchi terroristici in Daghestan, per poi congelare tutti i suoi conti bancari. Sugli importi del debito circolano diverse opinioni ma poco cambia: è chiaro che Nurmagomedov ha un problema serio col Servizio fiscale federale russo.

I debiti di Nurmagomedov, cifre enormi nei confronti del Governo russo

Per alcuni media russi il debito complessivo di Nurmagomedov ammonterebbe a 79 milioni di rubli (circa 1 milione di euro) ma per altre testate, soprattutto dal Daghestan, si parla di cifre ben più alte: il passivo toccherebbe i 300 milioni di rubli pari ad oltre 3 milioni di euro. Secondo quanto riferito sempre dai media russi, l'ex campione UFC avrebbe anche rinunciato alla proprietà di diverse società a lui intestate ma avrebbe escogitato uno stratagemma ben presto scoperto dal fisco: la sua famiglia e i suoi stretti collaboratori hanno mantenuto ugualmente il controllo di alcune di esse, poi finite nelle indagini federali. Ora tutti i suoi beni sono stati confiscati, tra cui un fondo di beneficenza a suo nome. Ma Nurmagomedov attualmente non sembra preoccuparsene, visto che è stato visto in tribuna autorità agli Europei di calcio che si stanno svolgendo in Germania.

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Il favoreggiamento terroristico e le accuse di McGregor

Oltre agli ingenti debiti fiscali,  su Nurmagomedov pendono anche altre terribili accuse, di favoreggiamento e appoggio al terrorismo. L'irruzione della polizia della regione russa del Daghestan in una palestra-scuola di arti marziali legata ad Abdulmanap Nurmagomedov, il padre di Khabib, rientrerebbe nell'indagine attorno a presunti sostenitori di una cellula terroristica. Tre dei suoi allievi, infatti, erano stati identificati quali appartenenti ad un gruppo autore di un attentato che ha provocato oltre 20 vittime. Anche Conor McGregor ha accusato apertamente Nurmagomedov di favorire le cellule sovversive con la sua scuola.

Non solo, su Nurmagomedov  pendono anche altre pesanti illazioni: "Nella palestra dei terroristi, quando è arrivato un addetto al controllo antidoping" ha scritto McGregor su X per poi cancellare i post, "lo hanno tenuto in ostaggio e hanno dato urina pulita nelle provette dei lottatori che stavano cercando di testare". 

Chi è Khabib Nurmagomdeov, leggenda dell'UFC

Khabib Nurmagomdeov è un'autentica icona nel mondo delle MMA: considerato uno dei lottatori più forte di ogni tempo, ha combattuto nella categoria dei pesi leggeri per la promozione statunitense UFC, dove è stato campione dal 2018 fino al ritiro, avvenuto nel 2020. Ultimamente si erano anche sparse voci su un possibile ritorno sull'Ottagono, avvalorate da immagini e video che lo ritraggono in palestra, seguito dal suo storico allenatore Javier Mendez. Lo scorso marzo molti sostenevano l'imminente ritorno di Nurmagomdeov nell'UFC 300 dopo ulteriori contatti con i vertici MMA, ma alla fine non è accaduto nulla.

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