Kerley vince i Mondiali ma Jacobs è la sua ossessione, lo sfida davanti a tutti: “Qualunque cosa”
La rivincita tanto attesa dai velocisti statunitensi su Marcell Jacobs, che alle Olimpiadi di Tokyo aveva annichilito la concorrenza volando a prendersi la medaglia d'oro olimpica, è arrivata nell'appuntamento più importante del 2022, i Mondiali all'aperto di Eugene. Nella notte in cui si è consumato il dramma del campione azzurro – costretto a ritirarsi prima della semifinale dei 100 metri a causa di una contrattura all'adduttore della coscia destra, che si è andata ad aggiungere al problema già presente a quella sinistra – gli americani hanno calato il tris, occupando tutti e tre i gradini del podio.
Ha vinto il favorito Fred Kerley, 27enne texano che a Tokyo si era piazzato secondo dietro Jacobs. Con 9"86 ha preceduto i connazionali Marvin Bracy e Trayvon Bromell, entrambi accreditati di 9"88, col primo a spuntarla al fotofinish per l'argento per soli due millesimi di secondo. Che Kerley fosse l'uomo da battere si era capito ai Trials dello scorso giugno, quando aveva stampato il suo personale di 9"76, 4 centesimi meno del 9"80 di Jacobs alle Olimpiadi.
L'avvicinamento tormentato ai Mondiali del campione di Desenzano – prima fermatosi ad inizio maggio per un virus gastrointestinale nella trasferta di Nairobi, poi infortunatosi all'adduttore della coscia sinistra nel meeting di Savona, con successiva estensione del problema al gluteo – aveva fatto diventare la sfida a Kerley e agli altri velocisti a stelle e strisce una missione quasi impossibile. Eppure Marcell ci aveva voluto provare lo stesso, a rischio di beccare una sonora lezione in pista, come faceva presagire il 10"04 in batteria, salvo poi doversi arrendere al diktat dei medici nell'immediata vigilia della semifinale di stanotte: scendere in pista sarebbe stato troppo rischioso, potendo comportare un infortunio ben più grave all'altra coscia, dove un'ecografia aveva evidenziato "una zona di stasi ematica loco regionale a carico del grande adduttore".
Alla fine ha prevalso la ragione, il mese prossimo ci saranno i campionati Europei a Monaco di Baviera, appuntamento a questo punto decisivo per salvare la stagione all'aperto, dopo aver vinto i 60 metri ai Mondiali indoor nello scorso. Gli americani gliela avevano giurata, aspettavano questo giorno dall'agosto scorso: "Avevamo detto che avremmo fatto l'en-plein – ha gridato Kerley al microfono dello speaker dello stadio – promessa mantenuta". E tuttavia il fatto che l'azzurro non fosse presente ai blocchi di partenza e non sia stato battuto in pista ha lasciato al neo campione del mondo un retrogusto amaro, proprio adesso che sapeva di avere il coltello dalla parte del manico e difficilmente un Jacobs non al meglio lo avrebbe potuto superare.
E dunque, in mezzo ai festeggiamenti per il trionfo, Kerley poco dopo è stato roso da un fuoco che gli esplodeva dentro: quella vittoria senza Jacobs in pista aveva ai suoi occhi un sapore diverso, non appagante come avrebbe voluto. Ed allora il neo campione del mondo si è fiondato su Twitter e ha scritto un pubblico messaggio all'uomo che lo aveva battuto a Tokyo, taggandolo anche per averne risposta: "Io voglio solo il mio uno contro uno, Jacobs, quindi guarisci… una corsa in strada, qualunque cosa, non ha importanza".
Al momento Marcell non ha ancora replicato al focoso statunitense, tuttavia qualcuno nei commenti sotto il post gli fa notare che un buon Jacobs – per non dire quello strepitoso di inizio stagione indoor, peraltro sui 60, non la sua distanza – lo avrebbe battuto ancora una volta. Quello che è certo è che la rivalità tra i due, entrambi 27enni, promette scintille per il futuro.