Jacobs voleva continuare a correre, a fermarlo l’ultima ecografia: “Evidenziata una contrattura”
Marcell Jacobs ha dovuto dire addio anche ai Mondiali a Eugene in Oregon, dopo una batteria anonima, da decimo tempo e lo spettro di dover soccombere in semifinale ancor prima di puntare – e sperare – per la finale sui 100 metri. Un epilogo che pareva già scritto per i continui problemi fisici che il campione azzurro aveva subito fino alla vigilia della kermesse iridata made in USA e che non lo hanno lasciato in pace. Ci ha provato, fino all'ultimo, ma non ha potuto andare oltre come ha confermato anche il suo allenatore, Paolo Camossi che ha spiegato i momenti precedenti la triste decisione del ritiro.
Dunque, il due volte campione olimpico ha visto la finale dei 100 metri, stradominata dagli americani che hanno infilato una tripletta guidata da un imprendibile Kerley, solamente da protagonista e assisterà alla staffetta azzurra della 4×100 da spettatore il prossimo 23 luglio. Delusione e amarezza sul volto e nelle parole di Jacobs subito dopo la nota ufficiale che ne decretava il ritiro, emessa dal gruppo azzurro della FIDAL. Scelta arrivata per consulto medico, che ha fermato l'oro di Tokyo poi commentata con profonda tristezza dallo stesso Jacobs sui social.
Tutt'altro che un fulmine a ciel sereno, perché ad Eugene Jacobs era arrivato sulla scia di problemi muscolari che mai l'hanno lasciato del tutto in pace e anche dopo la batteria ai Mondiali aveva espresso tutto il suo disappunto per non aver potuto correre come sa. Ma come sono andate le cose a Eugene? Che cos'è successo negli attimi precedenti alla notizia del ritiro ufficiale? A raccontarlo è lo stesso Paolo Camossi, preparatore di Jacobs che lo ha seguito e assistito in tutto questo tempo, accompagnandolo nelle decisioni ogni qual volta si è dovuto rivedere il tabellino di marcia e la programmazione delle gare.
"Prima dei Mondiali abbiamo lavorato bene" racconta Camossi "i dolori erano andati via, ma sapevamo che l’incognita sarebbe stata l’alta intensità. Già in batteria, Marcell ha sentito una fitta all’adduttore che gli ha impedito di essere se stesso". Una classica ricaduta che ha riacceso l'allarme e il pronto consulto con lo staff medico della Federazione: "Non è stato facile perché fino all’ultimo secondo abbiamo valutato il da farsi ma alla fine è stata presa la decisione. La responsabilità finale? Del gruppo azzurro. Da ieri sera Marcell si è sottoposto alla fisioterapia necessaria, poi stamattina si è svegliato indolenzito e lo abbiamo sottoposto a ecografia. L'esame ha manifestato una contrattura e sappiamo che compromettere adesso l’adduttore vorrebbe dire finire la stagione già da ora".
Adesso per Jacobs inizia un nuovo capitolo che è iniziato con uno stop nella gara più importante della stagione ma che ripartirà il prima possibile per ristabilire programmi e appuntamenti: "In questo momento Marcell è ovviamente molto dispiaciuto per non aver regalato emozioni a se stesso e agli altri. Ma abbiamo visto la finale insieme e siamo molto sereni per il futuro: ci ha fatto capire che non c’è un vero dominatore nella velocità mondiale, e sapevamo che il 9.79 di Kerley non sarebbe stato ripetuto nei turni successivi". E adesso? "Ora bisogna mettersi subito in mentalità Europei di Monaco" rilancia Camossi, con il nuovo obiettivo datato 15 agosto.