Jacobs non vola più: solo terzo in batteria ai Mondiali, passa comunque alle semifinali dei 100
La buona notizia è che Marcell Jacobs è finalmente sano, non c'è nessuna smorfia di sofferenza nel suo volto dopo aver tagliato il traguardo della batteria dei 100 metri ai Mondiali di atletica leggera iniziati oggi a Budapest. Quella meno buona è che l'atleta in maglia azzurra che ha corso in 10.15 in ottava corsia sembra il lontano parente del campione olimpico di Tokyo, che due anni fa stupì il mondo facendo diventare un italiano l'uomo più veloce sul pianeta.
Il 28enne di Desenzano è partito male, dando una sensazione di pesantezza che si è un po' sciolta solo nella seconda parte della gara, appena in tempo per farlo classificare terzo dietro il giapponese Sani Brown (10.07) e il giamaicano Watson (10.11). Jacobs ha preceduto di un solo centesimo il canadese Rodney, un piccolo centesimo che lo tiene ancora in competizione qualificandolo alle semifinali che si svolgeranno domani pomeriggio.
E poiché non bisogna mai sottovalutare il cuore di un campione, la speranza è che la notte ungherese ci restituisca il Jacobs volante che ci ha fatto sognare nel 2021, anche se – vista la prova e il tempo della batteria – la qualificazione alla finale, per non parlare del podio, sembra davvero molto difficile. Del resto i tempi dei migliori appaiono attualmente fuori portata per il velocista nato a El Paso. Il migliore è stato il giamaicano Seville con uno stratosferico 9.86, poi Lyles con 9.95, Simbine con 9.97, e a seguire i vari Omanyala, Coleman, Kerley e Hughes. Insomma tutti i favoriti della vigilia, con Jacobs che nella classifica combinata ha il 19simo tempo.
"Non si possono fare miracoli, ma la seconda parte di gara non mi è dispiaciuta. Sicuramente mi manca l'alta intensità di gara e l'ho pagato. La partenza è stata la peggiore della mia vita e ho dovuto fare una gara in rimonta. Domani è un altro giorno, darò tutto me stesso. Quello è sicuro", ha detto il campione olimpico dopo l'arrivo, non abdicando ancora ai sogni di gloria. Ma è difficile, maledettamente difficile.