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Jacobs intervistato dagli inglesi: c’è solo un argomento di cui non vuole parlare e non è il doping

Marcell Jacobs ha rilasciato un’intervista in cui non si è sottratto ad alcuna domanda, anche le più scomode. Con un solo argomento off limits.
A cura di Paolo Fiorenza
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Marcell Jacobs è in Spagna da fine dicembre per preparare in condizioni climatiche ideali una stagione in cui sarà l'avversario da battere per tutti i più forti velocisti del pianeta, in primis quel Christian Coleman campione del mondo in carica dei 100 metri, al rientro dopo i 18 mesi di squalifica per doping. Il due volte medaglia d'oro alle Olimpiadi di Tokyo ci sta dando dentro in vista dell'esordio stagionale sui 60 metri indoor a Berlino il prossimo 4 febbraio ed i riscontri cronometrici sono eccellenti, come si evince anche dal video postato dal suo allenatore Paolo Camossi, in cui fa segnare un crono manuale sulla distanza – senza blocchi di partenza – di addirittura 6 secondi spaccati. Se si pensa che il tempo con cui Jacobs si laureò campione europeo lo scorso anno a Torun fu di 6"47, c'è davvero da aspettarsi grandi cose quest'anno dal 27enne velocista azzurro.

Intanto il campione di Desenzano si è concesso per la prima volta dopo i Giochi di Tokyo – e soprattutto dopo il fango gettatogli addosso – alla stampa inglese, rilasciando un'intervista al Telegraph. La prima domanda va subito a bomba sui dubbi circa il fatto che Jacobs abbia abbassato i suoi tempi sui 100 metri in maniera clamorosa in un periodo brevissimo, fino al 9'80 della finale olimpica. "Se ho mai assunto sostanze illegali? Assolutamente no. E non lo farei", risponde secco l'azzurro.

L'altra questione su cui hanno eccepito dall'estero è la decisione del campione olimpico di finire la stagione all'indomani del doppio oro, quasi che avesse qualcosa da nascondere. Anche qua il ragazzo nato ad El Paso non si scompone e spiega chiaramente i motivi della scelta: "Capisco che la gente fosse sorpresa, ma è perché per la maggior parte delle persone il mio nome è entrato nelle loro case alle Olimpiadi. Lo spettatore medio mi ha visto vincere alle Olimpiadi e non aveva idea di come fosse stata la mia stagione prima. La mia stagione è iniziata a febbraio ed è stata intensa. L'intero periodo olimpico è stato estenuante, non solo per il mio corpo, ma anche per la mia mente. Avevo bisogno di rigenerare la mia mente e il mio corpo. Non ho mai perso la voglia di gareggiare".

Jacobs rivendica con orgoglio la pulizia delle sue medaglie: "Ho sempre cercato, durante tutta la mia carriera professionale, di mettere tutto me stesso in quello che faccio e vincere in modo pulito. Ovunque vada rappresento l'Italia. Porto con me la bandiera, la nazione e la mia identità. Quindi è una questione di rispetto della bandiera che ho sulla divisa quando gareggio. Non farei mai nulla come atleta in competizione per il mio Paese che possa recare discredito su di me come uomo o sulla mia nazione".

Il velocista di padre statunitense non si sottrae alle domande più scomode, rispondendo a tutto. Con una eccezione, svelata dall'autore dell'articolo del Telegraph: l'unico argomento off limits è quello del suo primo figlio – nato da una relazione precedente a quella con l'attuale compagna Nicole – la cui madre ha criticato pubblicamente Jacobs per la sua assenza nella vita del ragazzo. Convivere con gli aspetti meno belli della popolarità è il lato meno luminoso della gloria: "La vita è un po' meno facile ora. Le persone pensano di poter dire quello che vogliono di te senza capire che a volte quello che dicono può essere doloroso. Gli articoli negativi mi hanno fatto un po' male, perché quello che hanno fatto è stato mettere in dubbio le mie vittorie. Le mie vittorie rappresentano un duro lavoro che nessuno ha visto, un duro lavoro che è stato sangue, sudore, lacrime e ferite".

"Quando vinci due medaglie d'oro, non è un caso – dice orgoglioso Jacobs – La prossima estate tutti mi daranno filo da torcere, sarò io quello da battere. Ma mi sento ancora affamato. La grande differenza è che ora ho vinto le medaglie, può anche essere divertente. Sembra che la mia vita sia cambiata molto, ma in realtà non è così. Sono sempre la stessa identica persona che si sveglia la mattina piena di energia e voglia di allenarsi. È quello che faccio ancora ogni giorno". Chi ha condiviso con lui queste settimane di duro allenamento a Tenerife può confermare: nulla è stato risparmiato o lasciato al caso in vista del doppio appuntamento estivo con i Mondiali di Eugene prima e gli Europei di Monaco poi. Anche una partenza nuova dai blocchi, a piede invertito, che già ha fatto intravedere miglioramenti importanti: il missile azzurro è pronto a schizzare in pista.

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