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Jacobs ha scoperto la verità sul suo passato: “Una maledizione, tocca me spezzarla”

Marcell Jacobs ha fatto delle ricerche, adesso sa quello che deve fare: la storia può cambiare, il destino si può piegare, se solo lo si vuole.
A cura di Paolo Fiorenza
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Marcell Jacobs si gode il meritato riposo dopo aver stracciato i favoritissimi americani nei 60 metri indoor ai Mondiali di Belgrado un paio di settimane fa. Le immagini postate sui social mostrano il 27enne campione di Desenzano godersi una bella vacanza assieme alla compagna Nicole nel deserto del Dubai: dune e silenzio. Lo stesso silenzio cui il velocista azzurro ha costretto dubbiosi e sospettosi dopo l'ennesima impresa che lo ha visto confermarsi l'uomo più veloce al mondo dopo aver già vinto lo scorso anno la medaglia d'oro nei 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo, oltre a quella della staffetta 4×100 assieme a Tortu, Patta e Desalu.

Nicole gli ha dato due figli, Anthony e Megan, e presto il loro amore verrà coronato dal matrimonio, fissato per il 17 settembre prossimo. Alla cerimonia sarà presente anche il padre di Jacobs, un militare statunitense che lo abbandonò quando era piccolo e con cui ha faticosamente riallacciato il rapporto quando – con l'aiuto della sua mental coach – ha capito che sarebbe stato fondamentale per togliergli il blocco emotivo che lo frenava in pista. Il fuoriclasse azzurro riavvolge il nastro dei ricordi: "Quando avevo tredici anni mi hanno portato a Orlando, in Florida, per incontrarlo. Siamo andati a Disneyworld con i suoi parenti americani, è stato divertente. Ma non siamo rimasti in contatto. Fino a quando non l'ho cercato, per ritrovarlo".

"Ci scriviamo su Messenger, la chat di Facebook – racconta Jacobs al Corriere della Sera – Il 17 settembre mi sposo, e dall'America verranno in diciotto: lui, la zia, la nonna, due zii, i cugini… E dall'Ecuador verranno i parenti della mia donna, Nicole. Perché il 17 settembre? Perché è il suo compleanno. È della Vergine: un po' rompiscatole, ma affidabile. Se dice una cosa, è quella…".

Marcell Jacobs con la medaglia d'oro vinta a Belgrado
Marcell Jacobs con la medaglia d'oro vinta a Belgrado

Il trauma vissuto con suo padre – "a scuola quando mi facevano disegnare la mia famiglia, ero l'unico che disegnava solo la mamma" – ha fatto compiere a Jacobs un lungo viaggio dentro se stesso alla ricerca di risposte che potessero impedirgli di commettere gli stessi errori con il suo terzo figlio, il primogenito Jeremy. La madre del ragazzo ha pubblicamente accusato il campione di non curarsi minimamente di lui, non vedendolo mai, ma le cose cambieranno, promette Jacobs. Il velocista nato a El Paso ha scoperto che il bisnonno abbandonò suo nonno, il nonno abbandonò suo padre ed infine Lamont Marcell Sr abbandonò lui. Ma la storia può cambiare, il destino si può piegare, se solo lo si vuole.

"È una ricerca che abbiamo fatto con la mia mental coach, Nicoletta Romanazzi – spiega Jacobs – Dovevamo ricostruire la catena degli abbandoni per spezzarla: come se ci fosse una maledizione da sfatare. Non era detto che dovesse essere per forza così, anzi, io non dovevo farlo succedere. Toccava a me interrompere la negatività. Anche per questo ho deciso che dovevo prendermi cura di Jeremy, che è nato quando avevo vent'anni, e ne compie sette a dicembre. Finita questa intervista parto per Desenzano, dove vive, e mi fermo una settimana. È vero, l'ho visto poco. Sta in unaltra città, e d'estate quando è in vacanza io gareggio in giro per il mondo. Ma sono suo padre, e per lui ci sarò sempre. Gli ho regalato l'I-pad, con cui facciamo le videochiamate".

Dopo Tokyo la popolarità di Jacobs è esplosa, al punto che solo durante l'intervista – a distanza di mesi – scopre di aver ricevuto alcuni messaggi di congratulazioni da parte di persone molto note, cui evidentemente non ha risposto: "Le faccio vedere i messaggi che ho ricevuto dopo l'oro. Questi sono solo i direct che arrivano su Instagram dai profili verificati, con la spunta blu. Molti devo ancora leggerli adesso. Ma guarda! Mi hanno scritto pure Facchinetti e Barella, quello della Nazionale, e io non lo sapevo…".

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