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Jacobs ha aspettato la sua ‘rivincita’ con Tortu: “Ora il più veloce sono io”

Marcell Jacobs è pronto per tornare in pista con l’obiettivo di accrescere ulteriormente la sua popolarità, anche per rispondere agli inglesi che lo attaccano ancora.
A cura di Marco Beltrami
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Marcell Jacobs scalpita. L'uomo più veloce del mondo è pronto a tornare in grande stile dopo l'exploit olimpico che gli ha permesso di lasciare un segno indelebile nella storia dello sport azzurro. La prossima sarà una stagione stimolante per il classe 1994 che ha visto la sua popolarità crescere alle stelle: dalla nuova sfida dei 200 metri, alla ormai infinità rivalità con gli inglesi, fino al rinnovato dualismo con Filippo Tortu. Insomma Jacobs ha una gran voglia di regalare e regalarsi altre soddisfazioni in pista e fuori.

Ormai ci siamo. Marcell Jacobs non ha mai smesso di allenarsi in questi mesi post-sbornia olimpica. Di certo il campione ha dovuto trovare un nuovo equilibrio alla luce della sua eccezionale popolarità: "Se si escludono le due settimane di vacanza in Messico con Nicole, non ho mai smesso di allenarmi. Fin qui è andato tutto bene – racconta a ‘Tuttosport – Non vedo l'ora di poter correre al caldo: tra Natale e Capodanno partirò per Tenerife, dove mi allenerò per un mese". Come è cambiata la sua vita? Jacobs non è sembrato particolarmente destabilizzato: "Ho trovato un buon equilibrio, e solo un giorno lo dedico a impegni extrasportivi. Per il resto la mia routine è rimasta la stessa di prima di partire per Tokyo. Anzi, è persino migliorata".

Di certo da quest'estate in poi a tenere banco è stato anche il costante botta e risposta con gli inglesi, che non hanno digerito a quanto pare ancora la beffa olimpica. Jacobs però ancora una volta dimostra di avere le spalle larghe: "Ho imparato che non si può piacere sempre a tutti. Comunque sono il campione olimpico e farò in modo che nei prossimi mesi sempre più persone in giro per il mondo imparino il mio nome. Inizierò la stagione a Berlino e poi l'apice sarà in agosto a Eugene, ai Mondiali in Oregon, dove sfiderò gli sprinter statunitensi a casa loro. Dall'Europa agli Stati Uniti, dai 60 metri fino ai 200: gara dopo gara, tutto il mondo imparerà a conoscermi".

In conclusione anche una battuta sulla sfida con Tortu, e sulla rivalità con quello che è anche un compagno di staffetta: "Anche se io e Pippo non abbiamo molto in comune, rispettiamo i risultati l'uno dell'altro. Quando mi batteva sempre non ero certo felice, ma riconoscevo che lui era il più forte. Adesso però il più veloce sono io".

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