Jacobs e Tortu, qualcosa si è rotto: “Un saluto mancato, un complimento non fatto…”
A volte ci sono scene in cui qualche dettaglio è fuori posto, film bellissimi ma con qualche vuoto di sceneggiatura. Ci si guarda e si pensa: qualcosa non è come dovrebbe essere. La leggenda dei santi corridori alle Olimpiadi di Tokyo ha commosso e unito l'Italia intera. Ma per capire bene lo spirito di quei momenti, quando Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Fausto Desalu e Filippo Tortu hanno disegnato il capolavoro di una vita vincendo la medaglia d'oro nella staffetta 4×100, bisogna fare un passo indietro e poi qualche altro avanti.
Una frase di Jacobs un paio di giorni dopo il trionfo nei 100 metri era apparsa davvero strana: "Se ho parlato con Tortu dopo domenica? Non ho avuto modo d'incontrarlo, ma dobbiamo preparare al meglio la staffetta". Possibile che il velocista milanese non avesse detto mezza parola di congratulazioni al fresco campione olimpico, che nelle ore successive all'oro aveva incontrato tutta Casa Italia, per non parlare dei colleghi dell'atletica leggera?
E qui nel racconto della storia irrompe Giampiero Galeazzi, che in un'intervista al Corriere dello Sport – da cronista di razza – già aveva capito tutto: "L’immagine più bella dei Giochi è la corsa in ottava corsia di Filippo Tortu. Lui lì era al bivio della sua storia di atleta: se perdeva era la fine per lui. Ha vinto contro tutti, ha vinto pure contro Jacobs… Jacobs l'aveva cancellato, l'aveva sportivamente ammazzato. E mi sa che tra i due c'è pure un po' di freddo, non si prendono tanto. L'ho capito dalle interviste dopo l'oro. Filippo era un po' sulle sue quando gli chiedevano di Jacobs…".
Solo sensazioni? Ricostruzioni forzate? Oggi ci pensa direttamente Marcell Jacobs a spiegare come in effetti il rapporto con Tortu sia cambiato: "Tra noi non c'è più il feeling di una volta? I ruoli si sono invertiti, ora tiro io. Nel passaggio può darsi che qualcosa abbia incrinato la fiducia reciproca. Un saluto mancato, un complimento non fatto. Ma conosco bene Filippo – spiega alla Gazzetta dello Sport – lo stimo e so che certe cose non arrivano direttamente da lui. E dopo quello che ha fatto in finale…". Probabilmente c'è bisogno di un chiarimento: sarebbe un peccato che una favola così bella sia offuscata da una piccola ombra.