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Jacobs e Fedez, storia della fine di un’amicizia: cosa è successo dopo la rottura dei loro affari

Marcell Jacobs spiega che i rapporti con Fedez si sono completamente interrotti dopo che ha lasciato l’agenzia del cantante che curava la sua immagine. Il campione azzurro si sta preparando negli Stati Uniti per le Olimpiadi di Parigi: “Ho sentito il bisogno di lavorare col miglior allenatore possibile”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Dallo scorso novembre Marcell Jacobs ha dato un taglio netto alla sua vita precedente di atleta, lasciando il suo storico allenatore Paolo Camossi, con cui aveva condiviso i trionfi di Tokyo, per trasferirsi negli Stati Uniti alla corte del nuovo allenatore Rana Reider. A Jacksonville, in Florida, il 29enne velocista di Desenzano è alla ricerca di quella condizione stratosferica che lo rese l'uomo più veloce al mondo nell'estate 2021 e che da allora – complici i numerosi problemi fisici – non si è più vista. Nell'intervista al magazine Style del Corriere della Sera, Jacobs racconta come sta andando la sua preparazione per le Olimpiadi di Parigi negli States e svela che i rapporti con Fedez si sono completamente interrotti.

Jacobs e Fedez erano uniti da una relazione d'affari che sottendeva anche quella ottima dal punto di vista personale: il campione nato a El Paso era infatti assistito circa l'utilizzo dei suoi diritti di immagine dalla DOOM Entertainment, agenzia fondata dal cantante. Quanto fossero buoni i loro rapporti, lo testimonia il post di Fedez dopo l'oro di Tokyo: "Fiero di lavorare al tuo fianco, orgoglio italiano". Da quell'agosto del 2021 tuttavia è cambiato tutto, visto che tra i due c'è stata la clamorosa rottura del gennaio 2023, quando Jacobs ha lasciato la DOOM sparando a zero sull'agenzia.

Marcell Jacobs con Fedez quando le cose tra loro andavano bene
Marcell Jacobs con Fedez quando le cose tra loro andavano bene

"Nel 2018 mi sono affidato alla società di Fedez, mi aspettavo che stare vicino a lui desse visibilità. Ma non hanno mai sviluppato un progettodisse all'epoca a La StampaPensavo fossero pronti a un mio eventuale grande risultato, ma non è stato così. Quando ho vinto a Tokyo e mi hanno scritto 24 ore dopo. Erano al mare e non gliene fregava niente. Promettevano soldi e numeri, ma in qualche mese ho realizzato che mi raccontavano come non sono. C'era poca trasparenza".

Quell'addio di un anno fa ha segnato anche un punto di non ritorno nel rapporto personale con Fedez: "Non abbiamo più avuto contatti", spiega ora.

Quanto alla sua nuova vita americana, Jacobs racconta perché ha preso la decisione di trasferirsi Oltreoceano: "Sono a Jacksonville da un paio di mesi e mi sembra già un anno. L'allenatore mi ha fatto subito un'ottima impressione. È uno che ti dice le cose come stanno, senza troppi giri di parole, ma sa anche scherzare. A livello tecnico è fenomenale: mi spiega tutto quello che faccio, perché lo sto facendo e cosa mi porterà. Non avevo e non ho intenzione di trasferirmi stabilmente negli Stati Uniti, ma la pista è un'altra cosa. A un certo punto ho sentito il bisogno di lavorare col miglior allenatore possibile. Per un coach non è semplice gestire un campione olimpico nell'anno delle Olimpiadi: Reider ha vinto almeno un oro nella velocità dal 2004 a oggi, quindi sa come si fa".

Niente di nuovo invece quando si parla del rapporto sempre complicato col padre americano: "Non ci siamo ancora sentiti, mi farebbe piacere incontrarlo e fargli conoscere i nipoti. Qui vicino abitano la nonna e una zia. Ancora non ci siamo visti perché nel primo periodo ho voluto concentrarmi sugli allenamenti e sull'ambientamento, ma lo faremo presto".

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