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Italrugby scippata dall’arbitro della vittoria contro la Francia: ignorata la Regola 8 Comma 22

Il calcio piazzato di Paolo Garbisi che ha colto il palo a tempo scaduto contro la Francia, negando all’Italia di rugby una vittoria leggendaria, si sarebbe dovuto ripetere a termini di regolamento: chiaro errore dell’arbitro, che ha ignorato la Regola 8 Comma 22.
A cura di Paolo Fiorenza
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Vista e rivista l'ultima azione di Francia-Italia del Sei Nazioni di rugby, che ha dato agli azzurri di Quesada il primo storico pareggio in casa dei transalpini nella storia del torneo, si può serenamente dire che un grave errore arbitrale ha privato il quindici italiano di una vittoria che sarebbe stata leggendaria. Ok, non c'è la controprova che il piazzato di Paolo Garbisi sarebbe andato a segno se l'arbitro inglese Christophe Ridley avesse applicato il regolamento, dando al 23enne mediano d'apertura la possibilità di calciare nelle condizioni ideali, ma la posizione era davvero favorevole e la sfortuna (il pallone caduto dal supporto e il fatto di dover a quel punto fare tutto di corsa per stare nei 60 secondi concessi per la battuta) si è accanita contro l'azzurro, che ha colto il palo a tempo scaduto.

Ridley aveva gelato il pubblico di Lille fischiando un calcio di punizione sul 13-13 proprio nell'ultima azione: la posizione sembrava più che fattibile per Garbisi, che in precedenza era due su due nei calci (un piazzato e una trasformazione). Il giocatore veneziano si è dunque preso l'opportuno tempo concessogli dallo ‘shot clock' (60 secondi dal momento in cui viene comunicata la decisione di calciare e non di giocare alla mano), cercando la massima concentrazione per giustiziare la Francia (quotata a 1,02 prima del match). Ma l'ovale è cascato dal conetto di supporto e pur con tutta la rapidità possibile per rimetterlo a posto, tornare sui propri passi per riprendere la rincorsa e prendersi un paio di secondi per trovare un minimo di assetto e focus sui pali, Garbisi ha calciato in condizioni davvero disagevoli. Tuttavia il calcio andava ripetuto a termini di regolamento.

Perché l'arbitro ha sbagliato. L'errore di Ridley è evidente prendendo in considerazione la Regola 8 Comma 22 del rugby, che stabilisce che nei piazzati gli avversari devono restare fermi senza potersi avvicinare al battitore finché il pallone non viene calciato. In questo caso sono ben visibili alcuni giocatori francesi che si muovono verso Garbisi. Il Comma 27 della medesima Regola 8 stabilisce anche la sanzione in caso di infrazione della squadra difendente ed errore del battitore: il calcio deve essere ripetuto 10 metri più avanti, quindi in posizione ancora più agevole. A quel punto pensare che l'azzurro potesse sbagliare di nuovo sembra davvero un'ipotesi poco probabile.

La Regola 8 del rugby è molto chiara: l'arbitro ha sbagliato
La Regola 8 del rugby è molto chiara: l'arbitro ha sbagliato

Nonostante malasorte e arbitro siano più che un alibi per Garbisi, l'azzurro non ha mai nominato il direttore di gara nel dopo partita, assumendosi tutta la responsabilità della mancata vittoria. Un vero gigante dal punto di vista sportivo, ma questo è il rugby, dove le polemiche arbitrali non trovano generalmente terreno fertile per attecchire. "Fatico ad accettarlo – spiega il giorno dopo l'azzurro alla Gazzetta dello Sport – Le cose importanti nella vita sono altre. Ma tanto peggio nello sport non sarebbe potuta andare. Non so come l'ovale sia caduto dal supporto: l'avrò appoggiato male, forse era un po' scivoloso. Tra la rifinitura della vigilia e il riscaldamento prepartita ho provato una cinquantina di calci e il pallone non si è mai spostato… Avendo pochi secondi a disposizione, ho pensato al drop, ma ho subito scartato l'ipotesi. L'ho riposizionato e, a quel punto di fretta, ho calciato. Male".

"La reazione dei miei compagni è stata molto buona, mi è spiaciuto tanto per loro – continua il 23enne che gioca proprio in Francia, nel Tolone – Per primo, in campo, ho cercato mio fratello Alessandro. In un frangente così serve un porto sicuro dove approdare. La prestazione è stata positiva: meritavamo un finale diverso. Quanto mi sarebbe piaciuto regalare a tutti una gran gioia. Dobbiamo rimanere con i piedi per terra e continuare a lavorare come matti: ora però siamo convinti di quel che siamo in grado di fare. Non abbiamo più alibi. Da dove ripartire? Dall'Olimpico esaurito per la Scozia (il prossimo 9 marzo, ndr). Ridare entusiasmo all'ambiente è una priorità. Quel maledetto palo non ci fermerà".

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