Indagata per truffa la finta fidanzata di Cazzaniga: “Ci ero cascato come una pera cotta”
Valeria è la donna di Cagliari, disoccupata, finita nel fascicolo della Procura di Monza per il presunto reato di truffa durato 15 anni ai danni di Roberto Cazzaniga. Maya, così si faceva chiamare la finta fidanzata del giocatore di pallavolo che a lungo ha creduto di avere una relazione con la donna che per lui era solo una voce telefonica. Non l'aveva mai vista da vicino, non si erano mai incontrati. Aveva solo una foto, fasulla anche quella: in quell'immagine era ritratta la top model brasiliana, Alessandra Ambrosio.
Ci aveva creduto. Era cascato "come una pera cotta" nella trappola che gli era stata tesa con la complicità di una conoscente che lo aveva attirato nella maniera più semplice, mettendolo in contatto telefonicamente con una persona: "Robi, c'è una mia amica che vorrebbe conoscerti…". E da lì è iniziato tutto: s'era follemente innamorato, perso in una dimensione onirica che lo aveva portato a confondere i piani di due realtà parallele. Quella reale e quelle nella quale era arrivato a fare "sesso telefonico per anni".
Al 43enne brianzolo era bastato per cullare il suo sogno costruito sul nulla, sulle bugie e sull'illusione che dall'altro capo del filo ci fosse quella donna così affascinante, una persona realmente interessata, legata a lui. L'unico a essere coinvolto dal punto emotivo era lui, abbastanza da svenarsi in regali, fino a indebitarsi per elargire nel corso del tempo una somma complessiva di circa 700 mila euro. Cazzaniga è stato ascoltato prima di Natale al comando della Guardia di Finanza di Monza: agli inquirenti che ne hanno raccolto la deposizione, un vero e proprio sfogo, ha raccontato tutti i dettagli della vicenda personale, elencando donazioni e bonifici, spiegando di essere rimasto letteralmente irretito da quella voce che gli era entrata dentro e lo aveva conquistato.
I riscontri effettuati hanno permesso di tracciare tempi e movimenti che hanno caratterizzato il flusso di denaro circolato dal conto in banca a Monza del pallavolista su quello della donna. Piccoli importi per fare la spesa, altri notevolmente superiori, anche oltre duemila euro, che l'uomo spediva a corredo di una serie di bugie recepite nei colloqui telefonici con la donna. Gli diceva (e lui ci credeva) che aveva "problemi al cuore", che "doveva operarsi e si trovava in terapia intensiva" o addirittura di ritrovarsi con il "bancomat bloccato per una questione ereditaria". La voce ordinava, supplicava, suggeriva, incassava e spendeva. E lui eseguiva. Quando a Cazzaniga è stato chiesto perché si prestava a quella situazione surreale la sua risposta è stata disarmante: "Mi sentivo in colpa se non lo facevo".
Aiutato dai familiari, spinto dagli amici (che hanno anche aperto una sottoscrizione per dargli una mano ora che è finito in ristrettezze economiche), Cazzaniga ha trovato la forza per liberarsi di quell'incantesimo con l'aiuto anche di Ismaele La Vardera, l'inviato de Le Iene che lo ha anche accompagnato a casa della finta compagna, parlando con lei al citofono e chiedendole (inutilmente) di farsi vedere. L'inchiesta è condotta dal pm Stefania Di Tullio della Procura brianzola (dove il giocatore è domiciliato ufficialmente) e dell'evoluzione giudiziaria si sa solo che l'ipotesi di reato prefigurata è di truffa, anche se le i legali di Valeria/Maya sostengono che per adesso "la nostra assistita non ha ricevuto nulla" (come riposta il Corriere della Sera).
Non è escluso che, seguendo lo stesso schema, ci siano state altre persone raggirate ma nel caso del giocatore volley – "non una vittima scelta a caso" – il rischio concreto è che considerati i tempi – 15 anni – la presunta truffa possa cadere perfino in prescrizione. Ci aveva messo il cuore e quando s'è svegliato è stato durissimo, doloroso. Straziante come la sua storia.