Incidente Zanardi, parla Vittorio Podestà: “Per me è come un fratello, aspetto la sua telefonata”
Tra le migliaia di persone preoccupate per le condizioni fisiche di Alex Zanardi, c'è anche il campione paralimpico Vittorio Podestà: il quarantasettenne paraciclista ligure, che vinse la medaglia d'oro, in staffetta con il campione bolognese, ai Giochi paralimpici di Rio de Janeiro 2016. Nel 2005 fu proprio lui a farlo innamorare dell'handbike: "Ci incrociammo per caso in un autogrill – ha raccontato Podestà al ‘Secolo XIX' – Vide la mia handbike sul tettuccio della macchina e volle saperne di più. Mi chiamò nell’autunno del 2007 per parlarmi del suo progetto di fare la maratona di New York. Gli dissi che l’avrei aiutato a preparare quella dell’anno seguente e lui: ‘Ma no, io voglio farla il mese prossimo'. Pensai fosse matto, invece, si mise messo sotto con tutta la sua testardaggine e riuscì a farla. Mi sbagliavo, non è matto, il suo è coraggio razionale: Alex vede i limiti e li sposta".
"Ne ho conosciuti tanti di fenomeni, ma di fuoriclasse c’è solo lui, in tutto quello che fa – ha continuato – Ha avuto quest’incidente mentre stava partecipando a un’iniziativa benefica, Obiettivo Tricolore, perché proprio non ce la fa a starsene a casa con le mani in mano. Lui è uno che ne pensa 100 e ne fa 99: riesce a stupirmi sempre, ogni giorno che passa". I ricordi di Podestà sono nitidi, così come quello dei Giochi paralimpici del 2016: "Quando ci siamo conosciuti sognavo di fare una gara con lui, poi di vestire l’azzurro insieme e poi di fare una Paralimpiade al suo fianco. Ci siamo riusciti, lui aveva trionfato già a Londra e mi aveva anticipato, poi a Rio l’abbiamo fatto insieme in staffetta ed è stato fantastico".
Podestà aspetta una telefonata da Zanardi
In attesa di novità dall'ospedale di Siena dove Zanardi è ricoverato in terapia intensiva, Podestà si è aggrappato alla speranza per cercare di lenire il dolore: "Non riesco a essere disperato perché anche stavolta sto augurandomi che sia una delle storie che poi Alex racconterà mille volte, dicendo: ‘Vedi cosa mi è successo e sono ancora qua a raccontarla' – ha concluso il paralimpico ligure – In cuor mio aspetto la sua chiamata, visto che quasi ho più rapporti con lui che con mio fratello, in cui mi rinfranca sulle sue condizioni. Sto male a sentire gli aggiornamenti sulle sue condizioni e a non potergli parlare".