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Incidente Zanardi, l’AIFVS: “Perché nessuno parla della condizione del manto stradale?”

A pochi giorni dal terribile schianto di Alex Zanardi, il presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada ha sollevato dubbi sulle condizioni di quel tratto di strada dove è avvenuto l’incidente: “Le ruote di piccola dimensione dell’handbike di Zanardi potrebbero essere incappate nel dissesto dell’asfalto, causando il sobbalzamento del velocipede”.
A cura di Alberto Pucci
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In attesa dei risultati del risultato del lavoro degli inquirenti, che stanno indagando sulle cause dell'incidente di Alex Zanardi, sono arrivate anche le parole di Alberto Pallotti: presidente dell'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada. Su ciò che è successo in quella maledetta curva della strada provinciale 146 nel comune di Pienza, Pallotti ha infatti ribadito come ‘le indagini del procuratore capo Salvatore Vitiello e del sostituto procuratore Serena Menicucci si stanno focalizzando sul problema della circolazione stradale e la relativa sicurezza‘.

L'ipotesi di un problema dell'asfalto

Il numero uno della AIFVS Onlus, dopo aver dichiarato di apprezzare il lavoro della magistratura, ha dunque ipotizzato un possibile problema legato alle condizioni dell'asfalto: "Perché nessuno parla della condizione del manto stradale? La nostra domanda è inevitabile, soprattutto a fronte delle migliaia di riprese e foto testimonianti la precarietà del fondo di percorrenza. Intendiamo accendere questo riflettore poiché riteniamo possa essere una reale concausa dell’accaduto. Le ruote di piccola dimensione dell’handbike di Zanardi potrebbero essere incappate nel dissesto dell’asfalto, causando il sobbalzamento del velocipede".

Foto da: vittimestrada.eu
Foto da: vittimestrada.eu

L'AIFVS Onlus sarà parte civile nel processo

Di fronte all'ennesimo drammatico incidente stradale, Pallotti e l'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada sono intenzionati ad andare fino in fondo e a costituirsi parte civile nel processo: "Siamo pronti ad incaricare un perito a noi convenzionato per capire bene quale sia stato il ruolo ricoperto dal manto stradale nel dramma – ha aggiunto il presidente – Lo abbiamo già fatto in altri processi, come nei casi della strage del bus ungherese del 20 gennaio 2017 e dell’incidente del 31 luglio 2008 in cui perse la vita Luigi Ciaramella. Il nostro intento è e sarà sempre portare in giudizio le concause".

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