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Ultime notizie sulle condizioni di Alex Zanardi

Incidente Zanardi, il camionista: “Quella immagine mi tormenta. Mi sta distruggendo”

A distanza di qualche giorno dall’incidente, il conducente del camion coinvolto nell’impatto con Alex Zanardi racconta cosa è successo in quei momenti e come sta adesso. Tormentato dal dolore ammette: “L’ho visto dallo specchietto. Sembrava un pallone, un pallone che rimbalzava addosso e che schizzava da un’altra parte”
A cura di Maurizio De Santis
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L'handbike sulla quale si trovava Zanardi, coinvolto nell'incidente (fonte Radio Siena tv)
L'handbike sulla quale si trovava Zanardi, coinvolto nell'incidente (fonte Radio Siena tv)
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"Quella immagine mi tormenta. Mi sta distruggendo". Il camionista non potrà mai dimenticare l'incidente nel quale è rimasto coinvolto. L'uomo di 44 anni è indagato per lesioni gravissime ("atto dovuto", lo hanno definito i pm) ed è stato già ascoltato dagli inquirenti che stanno raccogliendo tutti i dettagli necessari per ricostruire la dinamica dell'accaduto. Lo shock subito è stato fortissimo ma il conducente ricorda tutto con lucidità: il veicolo che sbuca all'improvviso dalla curva e poi il rumore sordo, tremendo dell'impatto di Alex Zanardi, il suo corpo esanime sull'asfalto, il sangue e l'arrivo dei soccorsi, le notizie sulle condizioni critiche in cui versa attualmente l'ex pilota dopo la delicata operazione di ricostruzione facciale a cui è stato sottoposto.

L'ho visto dallo specchietto – ha ammesso con la voce rotta dall'emozione nell'intervista a Mediaset -. Sembrava un pallone, un pallone che rimbalzava addosso e che schizzava da un'altra parte. Ho sempre questa immagine che mi tormenta. non ce la faccio a dimenticare. Mi sta distruggendo.

Sabato scorso era stato il suo avvocato, Massimo Arcioni, a rendere le prime dichiarazione del suo assistito, risultato negativo al test per rilevare tracce di alcol o stupefacenti nel sangue. A distanza di 3 giorni da quella tragedia che gli ha cambiato la vita è come se si trovasse in un incubo a occhi aperti ("spero di superare questa cosa per il lavoro, per la mia famiglia, i bambini", aggiunge con un filo di voce).

Sono sceso dal camion, c'era già tanta gente che era lì intorno – le parole del camionista su quei momenti concitati subito dopo lo scontro -. Ho sentito le urla e mi sono spaventato, non sapevo più cosa fare… Sono molto dispiaciuto per i suoi familiari, per lui. E anche se sembra che non sia colpa mia proprio non riesco a farmene una ragione.

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