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Imane Khelif cambia categoria: “Lotterò nei 70 kg. Sono alta un metro e 80, non avrò difficoltà”

La pugile algerina, vincitrice del titolo a Parigi 2024, rilancia le ambizioni e la sfida a chi ha cercato di ostacolarla con la polemica sull’identità di genere. “È successo tutto quando ho iniziato a vincere. Fino ad allora nessuno si era accorto di me”.
A cura di Maurizio De Santis
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La pugile Imane Khelif ha le idee chiare, non c'è illazione che possa scalfirne l'orgoglio né polemica che ne fiacchi l'ambizione professionale. "Sono un simbolo per molte donne in tutto il mondo", dice mentre s'allena in Spagna. A Los Angeles 2028 vuole vincere un'altra medaglia d'oro, bissando quella conquistata a Parigi 2024 contro tutti e contro tutte. "La verità è che sono sorti problemi quando ho iniziato ad avere successo e a battere avversarie sulle carta favorite. Nessuno mi ha detto o contestato niente ai Giochi di Tokyo… c'ero anche lì". In buona sostanza, secondo la campionessa algerina, i sospetti sull'identità sessuale sono stati solo un polverone sollevato per nascondere altro: ovvero, il tentativo di ostacolarne l'ascesa in maniera subdola. Lei, però, è andata oltre e ha tirato dritto per la sua strada, lungo la quale s'è scontrata con le lacrime e il battage mediatico che ha avuto un picco per quel match durato appena 45″ con Angela Carini. Ha resistito anche a quella tempesta di offese e di opinioni e s'è andata a prendere il metallo più prezioso, tornando in patria da eroe.

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"Tutto quello che è stato detto su di me – ha ammesso nell'intervista a Marca – non mi ha toccato perché sapevo che erano solo bugie. Io so chi sono. Non mi interessa l'opinione delle persone perché non mi conoscono. Molti hanno parlato male di me, ma molti erano anche d'accordo con me". Perché tanta attenzione nei suoi confronti? Al di là della guerra di potere tra IBA e CIO (che ha di fatto svuotato ed esautorato di ogni autorità sportiva l'International Boxing association), Khelif ritiene che il vero movente fosse di carattere sportivo. Hanno provato a ucciderla (metaforicamente) dal punto di vista professionale: "È successo tutto perché ero diventata una minaccia per le mie avversarie. Volevano farmi perdere il controllo, per questo decisi che sarebbe stato meglio per me lasciare il villaggio olimpico e restare concentrata, lontano dall'attenzione dei media".

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Le Olimpiadi negli States e il passaggio al professionismo sono i prossimi obiettivi. Per il primo è già al lavoro, consapevole che dovrà competere in una categoria di peso maggiore rispetto a Parigi. In Francia venne inserita in quella dei 66 kg mentre a Los Angeles il settore welter comprende un peso tra 60 e 65 kg. La categoria dei pesi medi-leggeri sarà compresa tra 65 e 70 kg, quella pesi medi si articolerà tra 70 e 75 kg. "Quello che voglio è fare un lavoro perfetto, arrivare in una forma migliore rispetto a Parigi, dato che ora ho un maggiore equilibrio mentale e fisico. Con il cambio di categoria di peso, dovrò competere nella categoria dei 70 kg. Sono alta 1,80 m e mi sto preparando al meglio per adattarmi alla nuova divisione".

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