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Il TAS concede lo sconto: dimezzata la squalifica per doping alla Russia

A dodici mesi dalla prima sentenza e dalla decisione di bandire per 4 anni la Russia da tutte le competizioni internazionali sportive, il Tribunale Arbitrale dello Sport svizzero ha deciso di ridurre a due gli anni di squalifica. Nonostante la riduzione della pena, la Russia non potrà essere presente alle Olimpiadi di Tokyo 2021 e a quelle invernali di Pechino del 2022.
A cura di Alberto Pucci
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Dopo la decisione presa un anno fa a Losanna dalla WADA (l'agenzia mondiale antidoping), che aveva bandito la Russia da tutti gli eventi sportivi internazionali per un periodo di quattro anni, nelle prossime ore verrà ufficializzata la decisione del Tribunale Arbitrale dello Sport svizzero che, secondo indiscrezioni, avrebbe ridotto a due anni la squalifica inflitta al paese russo.

La decisione del tribunale, che potrebbe a questo punto metter fine alla triste vicenda legata al doping, non eviterà però alla Russia di non essere presente con la propria bandiera a diverse manifestazioni sportive: tra queste anche le Olimpiadi di Tokyo 2021, quelle invernali di Pechino del 2022 e il Mondiale in Qatar dello stesso anno. Ad alcuni atleti russi sarà comunque consentito gareggiare, ma soltanto come neutrali e a condizione che possano dimostrare di non aver nessuna implicazione con il doping e nessun collegamento con lo schema rivelato dall'ex direttore del laboratorio nazionale russo di antidoping, Grigory Rodchenkov, che nel 2016 ha confessato di aver per anni insabbiato tutto, descrivendo nel dettaglio il sistema fraudolento messo in atto ai Giochi Olimpici di Sochi del 2014.

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Come la Russia cancellava le tracce del doping

La prima squalifica di quattro anni, era infatti arrivata in seguito alle indagini partite dopo l'esplosione del caso doping: uno scandalo che aveva coinvolto le istituzioni sportive del paese, scoppiato a causa della manomissione da parte di Mosca di alcuni dati di laboratorio che contenevano le prove dell'attività illecita degli atleti. Un'azione premeditata che a quel tempo vedeva coinvolti agenti agenti dell'apparato di sicurezza statale russo, che sostituivano campioni di test antidoping contaminati con campioni puliti durante le Olimpiadi invernali del 2014. Da lì la prima sentenza, il ricorso e il giudizio finale del TAS di Losanna che sarà valido fino al 16 dicembre 2022.

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