Il sogno spezzato alla maratona di New York: è al comando, ma deve andare in bagno e poi si accascia
L'edizione numero 51 della maratona di New York è stata vinta in campo maschile dal kenyano Evans Chebet, che ha fatto doppietta col successo di Boston dello scorso aprile, un'impresa che non era riuscita a nessuno negli ultimi 11 anni. Chebet, che compirà 34 anni giovedì prossimo, ha chiuso il percorso nella Grande Mela in 2h08'41", imponendosi sull'etiope Shura Kitata (2h08'54") e sull’olandese Abdi Nageeye (2h10'31"). L'italiano Daniele Meucci si è classificato ottavo (2h13'29"), secondo tra i corridori europei.
La gara è stata caratterizzata da una grande fuga e da un evento drammatico, col medesimo atleta protagonista, il 24enne brasiliano Daniel Do Nascimento. Il maratoneta sudamericano, che può vantare il miglior tempo di tutti i tempi per un corridore non africano, ha infatti deciso di mettere in atto una tattica decisamente folle: partire subito a razzo ed involarsi per far saltare il banco, facendo segnare parziali pazzeschi. Do Nascimento ha dunque staccato tutti già dopo un paio di chilometri, mentre il gruppo alle sue spalle sceglieva saggiamente di non seguirlo nell'umidità di New York.
Il brasiliano ha aumentato sempre più il suo vantaggio, transitando alla mezza maratona nel tempo fuori dal mondo di 1h01'22", con oltre due minuti di vantaggio sui più immediati inseguitori. Poi il battistrada ha comprensibilmente calato il ritmo e Chebet piano piano gli si è fatto sotto, dimezzando lo svantaggio che tuttavia ancora restava robusto. Al km 29 è arrivato il primo segnale che qualcosa non andava, al di là della distribuzione sbagliata delle forze sul percorso. Do Nascimento si è infatti fermato per una sosta ai bagni chimici, ripartendo dopo aver perso una ventina di secondi.
Era l'inizio del calvario del brasiliano, che si è fermato barcollando una prima volta per poi crollare definitivamente al suolo al km 32. Sono state immagini terribili, con l'atleta collassato con la pancia in giù senza più forze e grande preoccupazione intorno a lui, mentre Chebet volava verso il trionfo avendo capito che nessuno più glielo avrebbe potuto togliere.
Fortunatamente, a parte il ritiro, Do Nascimento non ha patito altre conseguenze. Non è la prima volta peraltro che il 24enne incorre in una vicenda di questo tipo: gli era già successo l'anno scorso alle Olimpiadi di Tokyo, quando collassò al km 25 dopo aver anche condotto la gara.