Il poker può andare alle Olimpiadi: il punto è se può essere considerato sport o gioco di fortuna
Il poker potrebbe davvero andare alle Olimpiadi, assieme alle tante discipline sportive che ogni quattro anni fanno diventare interi popoli tifosi di tiro al piattello e judo, o anche di breakdance, come accaduto agli ultimi Giochi di Parigi (ma la nuova disciplina è stata subito fatta fuori). È la Bild a lanciare l'indiscrezione, dando anche un orizzonte temporale: impossibile per Los Angeles 2028, il poker potrebbe fare il suo esordio olimpico all'edizione successiva, Brisbane 2032.
Il poker sport olimpico, gli argomenti di chi spinge
Il punto intorno al quale ruota tutto il discorso è chiaramente se il poker possa essere considerato anch'esso uno sport oppure semplicemente un gioco di carte in cui la fortuna la fa da padrona. Non c'è unanimità di pareri al riguardo: per alcuni è un puro gioco d'azzardo, per altri è una disciplina altamente complessa che richiede pensiero strategico, resistenza mentale (ma anche fisica) e nervi d'acciaio.
Il dibattito se il poker possa essere annoverato tra gli sport olimpici è destinato a non esaurirsi, laddove gli scacchi e il bridge sono da tempo riconosciuti come sport mentali. Chi nega che il poker sia un gioco di pura fortuna fa notare che i migliori giocatori al mondo vincono nel corso degli anni non perché siano sempre fortunati, ma perché hanno imparato a mettere in pratica una strategia superiore a quella degli avversari. Calcoli di probabilità, forza mentale e decisioni rapide sotto pressione sono fondamentali e contano non meno della smazzata delle carte, sostengono i fautori del poker alle Olimpiadi.
Anche la componente fisica non deve essere sottovalutata. Un torneo di poker può durare più di dieci ore al giorno, per diversi giorni di fila. Alle World Series of Poker di Las Vegas, uno dei tornei di poker più importanti dell'anno, ci sono voluti otto giorni per stabilire il vincitore lo scorso anno.
I due punti a sfavore: immagine legata al gioco d'azzardo e fattore fortuna
I punti critici per l'essere considerati dal CIO per l'ammissione alle Olimpiadi sono sostanzialmente due: il problema con l'immagine legata al gioco d'azzardo, visto che il poker è spesso associato ai casinò e alla dipendenza dal gambling, nonostante sia da tempo diventata un'attività professionistica strutturata a livello internazionale con regole ben precise; e poi il già citato fattore fortuna, dato che a differenza degli scacchi o del bridge, l'esito di una mano di poker dipende anche dalle carte. Ma se si osservano i grandi tornei, ci si rende conto che la fortuna può giocare un ruolo, ma alla fine vincono sempre i giocatori migliori. Il dibattito è aperto.