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Il padre di Imane Khelif: “Giorgia Meloni non avrebbe dovuto abbassarsi a dire quelle cose”

Il padre della pugile algerina Imane Khelif, Omar, esprime tutta la sua amarezza per le frasi della presidente del Consiglio italiana: “Giorgia Meloni non avrebbe dovuto abbassarsi a dire quelle cose. Imane non è una trans e non è mai stata un uomo”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Come spesso capita in occasione delle Olimpiadi, molte storie di sport che godono di riflettori meno potenti rispetto ad altri, come la boxe dilettantistica femminile, perdono in breve tempo clamore mediatico. Dopo le feroci polemiche che hanno attraversato i Giochi di Parigi, la vicenda della pugile algerina Imane Khelif è stata quasi completamente chiusa in un cassetto, portandosi con sé la medaglia d'oro vinta dalla 25enne nella categoria sotto i 66 kg, ma anche i veleni e gli accenti di odio che avevano travolto la ragazza circa la sua identità sessuale e la conseguente legittimità a gareggiare tra le donne alle Olimpiadi. Tra chi aveva eccepito su questo punto c'era anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, cui adesso manda un messaggio impregnato di amarezza e delusione il padre di Imane Khelif: "Giorgia Meloni non avrebbe dovuto abbassarsi a dire quelle cose".

Il padre di Imane Khelif amareggiato dalle parole di Giorgia Meloni

Omar Khelif, raggiunto a casa sua in Algeria da ‘Repubblica', si riferisce alle frasi pronunciate dalla Premier italiana lo scorso 1 agosto, appena dopo che la pugile azzurra Angela Carini si era ritirata nel primo turno del torneo di boxe femminile contro Imane. Un combattimento durato meno di un minuto e che aveva sollevato il polverone riguardo l'identità sessuale dell'atleta nordafricana che poi sarebbe dilagato a livello mondiale, coinvolgendo perfino Donald Trump e il suo primo endorser Elon Musk. A quel punto è apparso chiaro che la matrice politica e ideologica delle diverse prese di posizione era del tutto prevalente sulla questione eminentemente sportiva: le successive settimane sono state un inferno per la Khelif, finita in un tritacarne in cui ogni giorno i social e i media erano pieni di interventi in cui veniva definita "trans" o "uomo".

Imane Khelif contro Angela Carini alle Olimpiadi: l'azzurra si è ritirata dopo 45 secondi
Imane Khelif contro Angela Carini alle Olimpiadi: l'azzurra si è ritirata dopo 45 secondi

Cosa aveva detto la Premier italiana su Imane Khelif: "Non era una gara pari"

Anche Giorgia Meloni si era espressa a caldo sulla vicenda, volendo prendere le parti dell'italiana Carini, uscita distrutta e in lacrime dall'incontro: "Mi ero emozionata ieri quando ha scritto ‘combatterò', perché in queste cose sicuramente conta anche la dedizione, la testa, il carattere. Però poi conta anche poter competere ad armi pari. E dal mio punto di vista non era una gara pari. Io penso che atleti che hanno caratteristiche genetiche maschili non debbano essere ammesse alle gare femminili".

Imane Khelif è nata donna e tale rimane (l'affermazione che sia una donna transgender è una fake news) e l'asserita presenza nel suo DNA di cromosomi XY – caratterizzanti il sesso maschile, laddove quelli XX contrassegnano quello femminile – non è stata mai dimostrata dall'IBA con la divulgazione pubblica dei relativi test, svolti lo scorso anno (con annessa squalifica dell'algerina dai Mondiali) dall'ente di governo della boxe dilettantistica che è stato poi bandito e privato del suo status di federazione riconosciuta dal Comitato Olimpico Internazionale.

La pugile algerina con la medaglia d'oro vinta ai Giochi di Parigi
La pugile algerina con la medaglia d'oro vinta ai Giochi di Parigi

Perché Imane Khelif aveva pieno titolo per gareggiare tra le donne alle Olimpiadi

Quanto alla presenza nell'organismo della Khelif di testosterone in quantità superiore, di cui pure aveva parlato in quell'occasione Giorgia Meloni ("è un fatto che con i livelli di testosterone presenti nel sangue dell'atleta algerina la gara in partenza non sembra equa"), per gareggiare alle Olimpiadi Imane è dovuta restare sotto una certa soglia dell'ormone androgeno stabilita dal CIO in termini di nanomoli per litro, nei 12 mesi precedenti al torneo e per la durata della competizione. Insomma la Khelif aveva tutto il diritto di competere tra le donne, come peraltro aveva fatto più volte in passato, incappando anche in sconfitte e senza che ne fosse minimamente nato un caso di tali proporzioni.

"Tutto quello che è stato riferito sono solo voci, informazioni che riguardano donne che anche in passato sono state discriminate – aveva detto Mark Adams, il portavoce del Comitato Olimpico Internazionale, parlando anche dell'altra pugile finita nel mirino per lo stesso motivo, la taiwanese Lin Yu-tingNon si tratta di una questione di transgender. Purtroppo ci sono state false informazioni, sono donne che competono da tanti anni, non sono transgender. Le persone di cui stiamo parlando hanno partecipato a campionati nazionali e internazionali, ad altre gare, e sono state selezionate perché avevano tutte le carte in regola".

Quello che resta alla fine del giorno sono le parole di papà Omar: "Dio l'ha creata donna ed è rimasta una donna. Imane non è una trans e non è mai stata un uomo. L'Islam, la nostra religione, non ammette tutto questo: qui manco se ne parla dei trans".

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