Il nuovo campione del mondo di scacchi racconta la violenza del padre: “Mi sbatteva la testa nel muro”
Lo scorso 31 dicembre il 18enne russo Volodar Murzin è diventato a sorpresa il nuovo campione del mondo di scacchi nella cadenza Rapid, ovvero in partite giocate a 15 minuti, più 10 secondi di incremento dopo ogni mossa. Il giovane Grande Maestro ha sbaragliato tutti nel torneo giocato a New York, ottenendo 10 punti sui 13 disponibili e lasciandosi dietro campioni come Nepomniachtchi, Erigaisi e Firouzja tra gli altri (Carlsen era stato clamorosamente espulso due giorni prima per il caso dei jeans non consentiti dal dress code del torneo, peraltro il norvegese poi avrebbe vinto il Mondiale blitz a pari merito con Nepo). Dopo la vittoria, Murzin ha raccontato le angherie subite dal padre, situazioni terribili che sono ormai un ricordo, così come il legame con lo stesso padre.
"Per me da bambino andava tutto bene, se non fosse stato per mio padre. Non ricordo che il rapporto con lui sia mai stato normale – è l'inizio del racconto che assume i contorni dell'orrore quotidiano – Ha cominciato a picchiarmi costantemente da quando avevo sette anni, ha minacciato mia madre, l'ha insultata. Aggredire tutti a casa per lui era nell'ordine delle cose. Quindi quando si è presentata l'opportunità di scappare da lui, lo abbiamo fatto. All'epoca avevo 11 anni e non molto tempo prima avevo vinto il Campionato Europeo per bambini (Praga 2016, categoria Under 10, ndr). Un club di scacchi ha riunito giocatori promettenti, è seguita un'offerta e siamo scappati da Nizhny Tagil a Khimki in un appartamento dove viviamo ancora".
Volodar Murzin rivive gli orrori del padre: "Poteva sbattere la nostra testa contro il muro"
Il padre violento di Volodar era contrario al fatto che lui giocasse a scacchi, ma poi si è accanito perché si applicasse in maniera maniacale, fino ad arrivare a trattamenti disumani: "Diceva sempre che gli scacchi sono il gioco del diavolo. Ma allo stesso tempo mi costringeva a giocare finché non perdevo le forze. Ad esempio, fino alle quattro del mattino. Mi si chiudono gli occhi, non riesco a pensare a niente, devo prepararmi per andare a scuola tra tre ore, ma lui non mi lascia andare. Gioca, gioca, gioca. Anche i miei successi non hanno avuto alcun effetto sulla situazione. Si è semplicemente comportato in modo inappropriato. Lui insisteva che ci lavassimo i capelli solo con uova crude, prendeva un uovo e poteva romperlo sulla mia testa, sulla testa delle mie sorelle. Se ci fossero state obiezioni, poteva sbattere la nostra testa contro il muro".
Ricordi traumatici che sono ancora lì, ma fortunatamente non resta altro: "Per me è il passato. È difficile perdonare e dimenticare tutto quello che è successo. Quando lui e mia madre divorziarono, lui pagava gli alimenti per noi cinque, 2000 rubli al mese (appena 19 euro al cambio, ndr). E quando siamo fuggiti a Khimki, non avevamo nemmeno niente su cui dormire, dato che ci siamo trasferiti in un appartamento vuoto. Abbiamo comprato dei materassi ad aria per non dover dormire sul pavimento. All'inizio era molto difficile, a volte non c'era nemmeno niente da mangiare".