Il ‘mostro’ Jannik Sinner in finale: “Ti spinge al limite e ti travolge”
L'appuntamento con la storia per Janik Sinner è domenica 4 aprile. Alle 19 a Miami affronterà in finale ‘l'amico' Hubert Hurkacz che conosce bene perché spesso conducono sessioni di allenamento comuni oppure dividono il doppio. Per entrambi il big match per il titolo dei Masters 1000 può essere una sorta di consacrazione: da un lato l'italiano definito dagli avversari "un mostro" per il modo in cui interpreta le giocate e domina la partita con la freddezza del killer; dall'altro il polacco che arriva all'incontro decisivo a margine di una settimana da incorniciare, durante la quale ha battuto anche avversari più accreditati (Shapovalov, Raonic, Tsitsipas e Rublev).
A 19 anni Sinner è già sotto i riflettori per quanto mostrato in campo. Umiltà, dedizione, sacrificio, consapevolezza che nella vita c'è sempre molto da imparare e dopo ogni vittoria è come iniziare daccapo. Il segreto? Lo spiega dopo aver vinto la battaglia con Bautista Agut in semifinale. "Mio padre fa il cuoco, mia madre è cameriera. Mi hanno trasmesso rispetto per il lavoro e dare sempre il massimo".
In tre set, in rimonta, nonostante il vento che aumentava il coefficiente di difficoltà, e con la forza dei nervi che ti aiuta a restare in partita anche quando hai la sensazione che ti sta sfuggendo di mano: così l'altoatesino ha domato lo spagnolo che in Florida era giunto da testa di serie numero sette e aveva addosso i galloni guadagnati eliminando il favorito, Medveded.
Colpi perfetti e un servizio potente hanno caratterizzato la prova del tennista italiano. A spiegare cosa significa giocare contro un "mostro" come lui è l'ultimo avversario costretto a uscire dal campo a capo chino, riconoscendone la forza. Bautista Agust non usa giri di parole per raccontare la sconfitta, meritata alla luce della prestazione di Sinner.
Jannik ha qualcosa di speciale che viene fuori nei momenti difficili – ha ammesso lo spagnolo -. Ha tutto per diventare grande in futuro… un ottimo servizio, è alto, il fisico lo supporta, si muove bene e ha colpi molto buoni da fondo campo. Imprime molto ritmo alla palla ed è difficile entrare in quegli scambi… ti spinge al limite perché non puoi giocare con poca potenza altrimenti ti travolge.